L’annuncio martedì 1 ottobre alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze

Dopo oltre vent’anni dedicati alla ricerca, allo studio, alla conservazione e valorizzazione dell’antica Manifattura Ginori, l’associazione Amici di Doccia cessa le sue attività e ne dà l’annuncio martedì 1 ottobre alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, proprio là dove nel 2003 ebbe inizio la sua avventura. Nell’occasione, presenterà gli interventi di restauro realizzati nell’ultimo anno e il recente volume dei Quaderni dell’associazione, intitolato Ginori in asta. Uno sguardo sulle vendite degli ultimi vent’anni.

 

Nel corso del 2024 l’associazione ha completato il restauro di cinque opere dalle collezioni del Museo Ginori: una preziosa lampada in porcellana disegnata da Gio Ponti per Richard-Ginori negli anni Venti, raro esempio di design eclettico del Novecento; due importanti gruppi scultorei in terracotta da Giuseppe Piamontini, Bacco e Arianna e Venere e Amore, entrambi degli anni cinquanta del XVIII secolo;  due grandi modelli in gesso raffiguranti Ercole e il leone, l’uno da Stefano Maderno e l’altro da una composizione attribuita a Pietro Tacca.

 

Queste ultime due opere, che illustrano la prima delle Dodici Fatiche di Ercole e che testimoniano l’eccezionale patrimonio scultoreo della Manifattura di Doccia, saranno esposte in anteprima al pubblico durante la Biennale, grazie alla collaborazione con la BIAF, in attesa della riapertura del Museo Ginori, attualmente in ristrutturazione.

 

Il restauro dei due modelli in gesso, così come quello della lampada da parete in porcellana disegnata da Gio Ponti, è stato possibile grazie aFracture, un progetto nato nel 2019 dalla collaborazione tra Amici di Doccia e LAO Le Arti Orafe Scuola orafa professionale. Frammenti di porcellana scartati da Ginori 1735 sono stati trasformati dai giovani allievi di LAO in sculture gioiello e vendute all’asta da Sotheby’s a Milano. Il ricavato ha finanziato i restauri, sotto la direzione di Giulia Basilissi, funzionaria restauratrice della Direzione regionale Musei nazionali della Toscana, con interventi eseguiti da Gabriella Tonini e Louis Pierelli. Questi lavori fanno parte dell’impegno pluriennale dell’associazione nella conservazione del patrimonio della Manifattura.

 

L’incontro del 1 ottobre, che si terrà alle 18 nella Sala del Trono di Palazzo Corsini, vedrà la partecipazione di Livia Frescobaldi, Presidente dell’Associazione Amici di Doccia, di Fabrizio Moretti, Segretario Generale della Biennale Internazionale dell’Antiquariato, di Laura Borghi, Presidente della Fondazione Officine Saffi, di Oliva Rucellai, Capo Conservatrice del Museo Ginori, e di Stefano Casciu, Direttore regionale dei Musei nazionali della Toscana. In questa occasione, Livia Frescobaldi annuncerà che, dopo vent’anni di impegno a favore del Museo Ginori, l’associazione cesserà le sue attività.

 

Fondata nel 2003 da un gruppo di appassionati, studiosi e collezionisti, l’associazione si è dedicata alla tutela e valorizzazione del patrimonio artistico della Manifattura di Doccia. In vent’anni ha restaurato 47 opere e promosso la porcellana Ginori in Italia e all’estero attraverso mostre, simposi, collaborazioni con musei e istituzioni, e pubblicazioni, in primis quella dei Quaderni, una rivista annuale divenuta una risorsa di riferimento per esperti e collezionisti.

 

La Biennale riveste un significato particolare per l’associazione: proprio qui, infatti, 21 anni fa, ha preso il via il suo percorso a sostegno del Museo e della Manifattura. Ed è quindi con grande emozione che in questo stesso luogo Livia Frescobaldi annuncia oggi la fine delle sue attività, sottolineando come l’obiettivo sia stato raggiunto. “Ora il Museo è affidato ad una Fondazione ed è in corso di ristrutturazione.  Non vediamo l’ora di poterlo visitare come tutti voi e confidiamo che l’esperienza dell’associazione possa aprire la strada a nuovi interventi da parte di privati e istituzioni sulle altre opere ancora in attesa di restauro, soprattutto in questa fase di chiusura del Museo.”

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