Solidarietà agli studenti e ai due sindacalisti perquisiti ieri per le indagini sugli scontri con le forze dell'ordine avvenuti lo scorso 23 febbraio, alla manifestazione per la Palestina, vicino al consolato Usa di Firenze, è espressa in una nota dal Comitato Lavoratorǝ Unifi per la Palestina. Quest'ultimo, si spiega nella nota, comprende docenti, personale tecnico-amministrativo, lettori e precari dell'Ateneo fiorentino.
"Riteniamo importante - si afferma dal Comitato - condannare la risposta violenta dello Stato alla domanda di pace degli studenti, che non chiedono altro che la fine dell'invasione militare israeliana e del genocidio a Gaza. Abbiamo tutti visto i video della manifestazione del 23 febbraio, a Firenze come a Pisa. La violenza delle forze dell'ordine è già stata condannata pubblicamente per i fatti del 23 febbraio. Ci troviamo a dover ribadire che crediamo nell'educazione al dissenso e al libero pensiero critico, e siamo profondamente preoccupati dal sempre crescente ambiente repressivo che invade la società tutta, scuole incluse: Seif Bensouibat, insegnante di origini algerine, licenziato, denunciato, trattenuto in un centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) e privato della protezione internazionale dopo aver pubblicato alcuni post sulla Palestina; una studentessa delle scuole superiori di Firenzeconvocata in presidenza per aver letto in classe un testo di accusa delle azioni militari dello stato di Israele. In questo contesto di repressione, ammiriamo ancora di più il coraggio degli studenti di Firenze (e tutta Italia) che rompono il silenzio sul genocidio della popolazione palestinese e difendono, per tutti noi, il diritto a manifestare il dissenso".
"Vogliamo dire grazie" agli studenti "ed esprimere solidarietà a tutte le persone perquisite e trattenute oggi. Che il futuro possa restituirci la vostra forza e la vostra verità".
"Riteniamo importante - si afferma dal Comitato - condannare la risposta violenta dello Stato alla domanda di pace degli studenti, che non chiedono altro che la fine dell'invasione militare israeliana e del genocidio a Gaza. Abbiamo tutti visto i video della manifestazione del 23 febbraio, a Firenze come a Pisa. La violenza delle forze dell'ordine è già stata condannata pubblicamente per i fatti del 23 febbraio. Ci troviamo a dover ribadire che crediamo nell'educazione al dissenso e al libero pensiero critico, e siamo profondamente preoccupati dal sempre crescente ambiente repressivo che invade la società tutta, scuole incluse: Seif Bensouibat, insegnante di origini algerine, licenziato, denunciato, trattenuto in un centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) e privato della protezione internazionale dopo aver pubblicato alcuni post sulla Palestina; una studentessa delle scuole superiori di Firenzeconvocata in presidenza per aver letto in classe un testo di accusa delle azioni militari dello stato di Israele. In questo contesto di repressione, ammiriamo ancora di più il coraggio degli studenti di Firenze (e tutta Italia) che rompono il silenzio sul genocidio della popolazione palestinese e difendono, per tutti noi, il diritto a manifestare il dissenso".
"Vogliamo dire grazie" agli studenti "ed esprimere solidarietà a tutte le persone perquisite e trattenute oggi. Che il futuro possa restituirci la vostra forza e la vostra verità".
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