Il 17 giugno 2025, nel corso di una cerimonia ufficiale alla presenza del sindaco di Bagno a Ripoli, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) ha restituito al Comune la scultura in marmo “Testa di Medusa”, attribuita al celebre artista fiammingo Jean de Boulogne, meglio noto come Giambologna.
L’opera era stata illecitamente rimossa dal Ninfeo della Fata Morgana presso Villa Il Riposo, nella frazione di Grassina, e successivamente individuata presso una nota casa d’aste di Firenze. L’indagine, condotta dal Nucleo TPC di Firenze, ha confermato l’assenza delle necessarie autorizzazioni della Soprintendenza al momento della rimozione.
La scultura, realizzata in marmo bianco, è un prezioso reperto storico-artistico risalente almeno al XIX secolo: la sua presenza al Ninfeo è documentata sin dal 1868, mentre la sua asportazione venne segnalata in un articolo del 1961. L’opera era parte integrante di una delle vasche del Ninfeo, come dimostrato dai fori nella base, perfettamente compatibili con i tubi idraulici del complesso.
Classificata come bene culturale, la “Testa di Medusa” è soggetta alle tutele previste dal Codice dei Beni Culturali e non avrebbe potuto essere spostata senza autorizzazione. Nonostante le opposizioni avanzate dal venditore (ritenuto in buona fede), la Corte di Cassazione ha convalidato le conclusioni del TPC, disponendo la confisca e la restituzione dell’opera al Comune.
La vicenda è un esempio di efficace collaborazione tra Magistratura, Carabinieri e Ministero della Cultura, in particolare con il fondamentale contributo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Prato e Pistoia. È stata inoltre sottolineata l’importanza della catalogazione, fotografia e denuncia dei beni culturali, strumenti essenziali per alimentare la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, grazie alla quale è stato possibile recuperare un’opera la cui traccia si era ormai perduta da decenni.
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