In una lettera le famiglie chiedono maggiore sostegno alla Regione

"Ci sentiamo abbandonati". Così in una lettera le famiglie di bambini e giovani con lo spettro dell'autismo riassumono le sensazioni in una lettera inviata alla Regione.

In particolare, le famiglie pongono l'accento sul fatto che devono sostenere con risorse proprie le spese necessarie per la cura dei propri cari, spese che hanno un costo elevato e che la Regione dovrebbe rimborsare: tuttavia, dicono le famiglie, i contributi previsti sono bloccati e non sono ancora stati erogati.

Le famiglie chiedono alla Regione di prorogare i contributi Aba anche per l'anno 2025: nel frattempo, la Regione dovrebbe organizzare e riunire una consulta regionale formata da professionisti e associaizoni dei gentiroi per discutere e organizzare un piano regionale per il sostegno all'autismo.

Sul tema è intervenuto anche il consigliere regionale Marco Landi: "Trovo vergognoso che centinaia di genitori con figli nello spettro autistico siano lasciati soli, che alcuni di questi bambini e ragazzi siano privati dei percorsi terapeutici Aba. Trovo assurdo che in questa regione due Asl garantiscano i rimborsi e una no. Due settimane fa l'assessore Bezzini, da me interpellato, ci disse che non aveva ricevuto segnalazioni dai genitori. Ebbene, ne ha ricevute oltre 300. La Regione verifichi le ragioni delle mancate erogazioni, e soprattutto garantisca i rimborsi alle famiglie. Ogni promessa è debito, ancor più se messa nero su bianco con una delibera".

Il consigliere ha parlato di oltre 300 e-mail inviate da genitori di bambini con diagnosi dello spettro autistico ai vertici della Regione, della sanità toscana e della Asl Centro. Nelle e-mail, ha spiegato Landi, si evidenziava la mancata erogazione dei rimborsi per il secondo semestre 2023 e i primi cinque mesi del 2024, così come previsto da una delibera regionale. "Le terapie Aba sono molto costose - ha aggiunto - e il rimborso previsto va peraltro a coprire una minima parte della spesa sostenuta dalle famiglie: ben oltre i 1000 euro al mese. Molte di queste sono costrette a fare grandi sacrifici, altre addirittura a rinunciare".
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