Buoni segnali sul fronte dei batteri resistenti agli antibiotici in Toscana, "indice di un'azione condotta su vari fronti". Così in una nota la Regione Toscana in base all'ultimo rapporto dell'Agenzia regionale sanità (Ars) 'L'antibiotico - resistenza e l'uso di antibiotici in Toscana nel 2024' presentato all'ottava edizione di 'Antimicrobico-resistenza: cure e ambiente'.
"Raccogliamo i frutti di un uso più appropriato dei farmaci e della stretta sorveglianza attuata dagli ospedali" evidenzia il presidente della Toscana Eugenio Giani.
In Toscana, si aggiunge poi, si usano meno antibiotici rispetto alla media europea: le dosi giornaliere ogni mille abitanti sono 16,3 rispetto a 22,4 in Italia (nel 2023) e 19,4 in Europa. Nove su dieci sono utilizzate a casa, il resto in ospedale. Vicina alla quota suggerita dall'Oms la percentuale dei farmaci di primo impiego: 54,4% rispetto al 60%, con il dato migliore per l'Asl Toscana centro (60,3). La conseguenza di un uso virtuoso dei farmaci è la diminuzione dell'antibiotico resistenza.
Per la klebsiella pneumoniae "in Toscana dal 2016 si è dimezzata la resistenza ai carbapenemici. Nove anni fa i livelli erano allarmanti: 38%. Dal 2022 il dato è sceso al 20%, migliore della media nazionale che nel 2023 è stato pari al 26".
Anche per lo staphylococcus aureus meticillino resistente la situazione "è migliorata e oggi i valori si aggirano attorno al 19% contro una media nazionale che è il 26,6".
Da tenere sotto controllo - anche se si tratta di infezioni più rare, in aumento in tutta Italia - "l'enterococcus faecium resistente alla vancomicina (resistente nel 30 per cento dei casi), la pseudomonas aeruginosa resistente ai carbapenemi (13,8 per cento in Toscana nel 2024, il 14,7 in Italia nel 2023) e l'acinetobacter resistente ai carbapenemi (64 per cento in Toscana 2024, contro il 76 per cento in Italia 2023)".
Commenta l'assessore toscano alla salute Simone Bezzini: "Il sistema sanitario della Toscana si dimostra reattivo, con uno stretto programma di controllo delle infezioni, di appropriatezza nell'uso degli antibiotici e di formazione degli operatori. In particolare, grazie alle risorse del Pnrr, abbiamo attivato un programma che coinvolge 22.500 professioniste professionisti sanitari nella nostra regione al fine di mitigarne gli effetti".
"Raccogliamo i frutti di un uso più appropriato dei farmaci e della stretta sorveglianza attuata dagli ospedali" evidenzia il presidente della Toscana Eugenio Giani.
In Toscana, si aggiunge poi, si usano meno antibiotici rispetto alla media europea: le dosi giornaliere ogni mille abitanti sono 16,3 rispetto a 22,4 in Italia (nel 2023) e 19,4 in Europa. Nove su dieci sono utilizzate a casa, il resto in ospedale. Vicina alla quota suggerita dall'Oms la percentuale dei farmaci di primo impiego: 54,4% rispetto al 60%, con il dato migliore per l'Asl Toscana centro (60,3). La conseguenza di un uso virtuoso dei farmaci è la diminuzione dell'antibiotico resistenza.
Per la klebsiella pneumoniae "in Toscana dal 2016 si è dimezzata la resistenza ai carbapenemici. Nove anni fa i livelli erano allarmanti: 38%. Dal 2022 il dato è sceso al 20%, migliore della media nazionale che nel 2023 è stato pari al 26".
Anche per lo staphylococcus aureus meticillino resistente la situazione "è migliorata e oggi i valori si aggirano attorno al 19% contro una media nazionale che è il 26,6".
Da tenere sotto controllo - anche se si tratta di infezioni più rare, in aumento in tutta Italia - "l'enterococcus faecium resistente alla vancomicina (resistente nel 30 per cento dei casi), la pseudomonas aeruginosa resistente ai carbapenemi (13,8 per cento in Toscana nel 2024, il 14,7 in Italia nel 2023) e l'acinetobacter resistente ai carbapenemi (64 per cento in Toscana 2024, contro il 76 per cento in Italia 2023)".
Commenta l'assessore toscano alla salute Simone Bezzini: "Il sistema sanitario della Toscana si dimostra reattivo, con uno stretto programma di controllo delle infezioni, di appropriatezza nell'uso degli antibiotici e di formazione degli operatori. In particolare, grazie alle risorse del Pnrr, abbiamo attivato un programma che coinvolge 22.500 professioniste professionisti sanitari nella nostra regione al fine di mitigarne gli effetti".
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