L’ospedale fiorentino, punta di diamante della sanità cittadina, potrebbe presto fare i conti con la carenza di personale

I tempi cambiano, e anche da un ospedale che una volta era il fiore all’occhiello della sanità fiorentina -e toscana- oggi fa i conti con il rischio di perdere decine di lavoratori. Perché se la qualità del servizio è sempre altissima, come certificano i riconoscimenti nazionali, ad essere cambiata è la qualità del lavoro, con turni sempre più lunghi, tantissime visite giornaliere, moltissimi pazienti di cui farsi carico.

E a queste condizioni, scrive stamani il Corriere Fiorentino, molti decidono di tornare a casa, di partecipare ai bandi di mobilità per cercare lavoro altrove. Una decisione, spiega al quotidiano Roberta Guadagno del sindacato Nursind Up, che qualche tempo fa sarebbe stata solamente fantascienza.

Le situazioni più complicate, spiega Guadagno, sono al Daimi, dove il 50% del personale ostetrico ha fatto richiesta di mobilità, al pronto soccorso, costantemente affollato e alle prese con carichi di lavoro estenuanti, la cardiochirurgia e il poliambulatorio al Cto.

Del rischio di fuggi-fuggi è ben consapevole anche la stessa direzione dell’ospedale, che se da una parte conferma l’altissima qualità del servizio erogato presso la struttura, dall’altra riconosce che il problema c’è: “Careggi è e resta attrattivo per la costruzione e il consolidamento di una solida e preziosa esperienza lavorativa, ma sempre più spesso nelle scelte personali la gratificazione professionale passa in secondo piano rispetto alla qualità della vita” scrive la struttura in una nota.
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