Novità per il controllo e il contenimento dei cinghiali in Toscana. E' quanto deciso nel corso della riunione della Giunta regionale. La Regione, spiega una nota, si mobilita in risposta al grido di allarme degli agricoltori toscani, che nei giorni scorsi erano tornati a sollevare il problema delle coltivazioni attaccate dai cinghiali.
La Toscana un piano straordinario di prelievo già ce l'aveva, adottato nel 2022 per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina, aggiornato a dicembre del 2023. I cinghiali sono infatti un vettore della malattia.
"Con la delibera approvata nella seduta di giunta odierna introduciamo alcune novità - spiegano il presidente della Toscana Eugenio Giani e la vicepresidente, con delega all'agricoltura, Stefania Saccardi -. La prima e più importante riguarda un primo stanziamento di 20mila euro destinato all'acquisto di celle frigorifere e allestimento di centri di raccolta della selvaggina, senza di cui abbattere i cinghiali risulta complicato se non impossibile".
Per Giani e Saccardi "si tratta di un contributo destinato agli ambiti territoriali di caccia e di questi primi 20mila euro 15mila saranno indirizzati agli Atc che hanno uno o più comuni in zone di restrizione 2 e 1, collegate al rischio di peste suina, e cinquemila agli Atc confinanti". Allo stato attuale saranno pertanto indirizzati alle province di Massa Carrara e Lucca.
Una seconda novità, si spiega ancora, riguarda la possibilità, per le imprese agricole, di poter usare propri dipendenti cacciatori per l'abbattimento dei cinghiali nei terreni di proprietà: su delega ed autorizzazione della polizia provinciale e in area interessate dalla peste suina e non vocate, come le aree agricole. Fino ad oggi la possibilità riguardava solo i proprietari e conduttori dei terreni. C'è anche un richiamo, nel testo licenziato dalla giunta, alle polizie provinciali, che devono rispondere alle richieste di intervento entro 24 ore. "Con questa delibera - concludono Giani e Saccardi - pensiamo di aver dato una risposta concreta alle preoccupazioni degli agricoltori".
La Toscana un piano straordinario di prelievo già ce l'aveva, adottato nel 2022 per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina, aggiornato a dicembre del 2023. I cinghiali sono infatti un vettore della malattia.
"Con la delibera approvata nella seduta di giunta odierna introduciamo alcune novità - spiegano il presidente della Toscana Eugenio Giani e la vicepresidente, con delega all'agricoltura, Stefania Saccardi -. La prima e più importante riguarda un primo stanziamento di 20mila euro destinato all'acquisto di celle frigorifere e allestimento di centri di raccolta della selvaggina, senza di cui abbattere i cinghiali risulta complicato se non impossibile".
Per Giani e Saccardi "si tratta di un contributo destinato agli ambiti territoriali di caccia e di questi primi 20mila euro 15mila saranno indirizzati agli Atc che hanno uno o più comuni in zone di restrizione 2 e 1, collegate al rischio di peste suina, e cinquemila agli Atc confinanti". Allo stato attuale saranno pertanto indirizzati alle province di Massa Carrara e Lucca.
Una seconda novità, si spiega ancora, riguarda la possibilità, per le imprese agricole, di poter usare propri dipendenti cacciatori per l'abbattimento dei cinghiali nei terreni di proprietà: su delega ed autorizzazione della polizia provinciale e in area interessate dalla peste suina e non vocate, come le aree agricole. Fino ad oggi la possibilità riguardava solo i proprietari e conduttori dei terreni. C'è anche un richiamo, nel testo licenziato dalla giunta, alle polizie provinciali, che devono rispondere alle richieste di intervento entro 24 ore. "Con questa delibera - concludono Giani e Saccardi - pensiamo di aver dato una risposta concreta alle preoccupazioni degli agricoltori".
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