La crisi della sanità pubblica italiana parte da lontano e ha conseguenze molto gravi non solo sulle strutture e sul personale sanitario, costretto a lavorare in condizioni sempre più difficili e con retribuzioni inadeguate, ma si riflette, inevitabilmente, anche sulla popolazione.
Non è infatti solo il settore dei professionisti sanitari a soffrire l’attuale difficoltà, ma anche una popolazione che, sulla base di quanto riporta l’Istat, decide di rinunciare alle cure.
A pesare, però, non è solo la situazione dei presidi sul territorio, che comporta, innanzitutto, tempi di attesa decisamente lunghi: sono molti i fattori che incidono sulla rinuncia alle cure, a cominciare dalla stessa evoluzione del sistema sanitario, sempre più digitale e digitalizzato che penalizza le fasce di popolazioni meno istruite e quindi meno alfabetizzate per quel che riguarda l’innovazione tecnologica.
Un ruolo importante lo gioca il generale invecchiamento della popolazione, che da una parte comporta che il personale sanitario sia sempre meno, ma dall’altra provoca un aumento generalizzato delle richieste di cure, che il sistema, prima o poi, non sarà più in grado di soddisfare.
Inoltre anche la stessa situazione economica rischia di incidere negativamente sull’accesso alle cure.
La situazione, per quanto difficile, sembra comunque in evoluzione, a cominciare dall’approccio seguito, che sempre più considera l’interazione tra salute umana e qualità dell’ambiente circostante.
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