"E una legge liberticida, che tradisce la democrazia e i principi su cui si fonda la nostra convivenza democratica". Lo afferma Vannino Chiti, presidente dell'Istituto storico toscano della Resistenza e dell'età contemporanea, già presidente della Regione Toscana, poi ministro per le Riforme istituzionali e vicepresidente del Senato, in merito al Ddl Sicurezza. Chiti chiede una mobilitazione democratica per cambiare radicalmente la legge ed evitarne l'approvazione.
Per Chiti il disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati "non garantisce la sicurezza dei cittadini ma li priva di diritti e libertà fondamentali. Se approvato definitivamente cambierebbe l'Italia e i principi costituzionali su cui si fonda la nostra Repubblica: non più una democrazia ma una democratura. La partecipazione viene perseguita, tutto è trasformato in reato, dalla protesta alla resistenza passiva, dalla manifestazione contro una "grande opera", che magari distrugge l'ambiente, alla solidarietà con le lotte sociali, contro cui è introdotto il reato di 'terrorismo della parola' (chi decide le parole 'giuste' da usare e il loro limite?)'. Le donne incinte o con bimbi più piccoli di un anno, se condannate, finiscono automaticamente in carcere. Una barbarie".
"Mi auguro che partiti democratici, sindacati e associazioni sollecitino una mobilitazione del Paese contro questa legge liberticida; che Comuni e Regioni facciano sentire la loro voce contro questa scelta che comprime le nostre libertà".
Intanto in Toscana presidi contro il Ddl Sicurezza sono stati promossi davanti alle prefetture di Pistoia, Pisa e Livorno in concomitanza con l'iniziativa "in programma a livello nazionale e in centinaia di città", mentre un altro presidio è stato promosso per domani anche a Prato dalle 17.30 alle 18.30, in piazza Buonamici, a pochi metri dalla Prefettura.
Per Chiti il disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati "non garantisce la sicurezza dei cittadini ma li priva di diritti e libertà fondamentali. Se approvato definitivamente cambierebbe l'Italia e i principi costituzionali su cui si fonda la nostra Repubblica: non più una democrazia ma una democratura. La partecipazione viene perseguita, tutto è trasformato in reato, dalla protesta alla resistenza passiva, dalla manifestazione contro una "grande opera", che magari distrugge l'ambiente, alla solidarietà con le lotte sociali, contro cui è introdotto il reato di 'terrorismo della parola' (chi decide le parole 'giuste' da usare e il loro limite?)'. Le donne incinte o con bimbi più piccoli di un anno, se condannate, finiscono automaticamente in carcere. Una barbarie".
"Mi auguro che partiti democratici, sindacati e associazioni sollecitino una mobilitazione del Paese contro questa legge liberticida; che Comuni e Regioni facciano sentire la loro voce contro questa scelta che comprime le nostre libertà".
Intanto in Toscana presidi contro il Ddl Sicurezza sono stati promossi davanti alle prefetture di Pistoia, Pisa e Livorno in concomitanza con l'iniziativa "in programma a livello nazionale e in centinaia di città", mentre un altro presidio è stato promosso per domani anche a Prato dalle 17.30 alle 18.30, in piazza Buonamici, a pochi metri dalla Prefettura.
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