Roberto Petrone, presidente della sezione fiorentina dell'ENS, commenta: 'La presenza dell'associazione ai tavoli è una vittoria perchè permette di indicare bisogni e problemi'

La manifestazione del 27 novembre 2024, con una partecipazione di circa 3.000 persone, è stata molto utile per dare una scossa al Governo italiano con il quale l’ENS ha già da tempo contatti ma senza ottenere risultati. Grazie a questa manifestazione il Governo ha prestato maggiore attenzione nei confronti delle persone sorde”. 

Sono le parole del presidente ENS Firenze Roberto Petrone (in foto), arrivato a Roma per questa occasione assieme a una nutrita presenza di fiorentini, che spiega come “una delegazione di rappresentanza dell’ENS è stata convocata in un incontro durato circa 2 ore, momento nel quale i ministri e i delegati hanno capito l’importanza del ruolo dell’ENS e hanno deciso di creare un tavolo tecnico con tutte le varie associazioni di categoria in modo da lavorare insieme al fine di migliorare le condizioni di vita con interventi mirati. Durante l’incontro e durante la manifestazione non ci sono state fatte delle promesse ma la presenza dell’ENS al tavolo tecnico è già una grande vittoria in quanto permette di indicare i bisogni e le necessità delle persone sorde in modo da migliorare i servizi."

"Partecipare alle manifestazione è molto importante; oggi siamo grati alle generazioni che ci hanno preceduto, che hanno lottato in passato, e adesso noi dobbiamo pensare a loro e anche alle future generazione, ai bambini. Qualora in un anno di lavoro del tavolo tecnico non otterremo risultati c’è la possibilità di proclamare nuovamente una manifestazione di protesta, sperando in una partecipazione sempre maggiore di giovani" dice Petrone.

In ultimo - prosegue Petrone - vorrei dire che condivido a pieno un messaggio dato dalla neo presidente del Comitato Giovani Sordi Italiani, la quale ha detto che i bambini di oggi non possono attendere ancora di avere i propri diritti a scuola, devono ottenerli subito e non può dipendere da una questione di soldi. Il diritto di una piena partecipazione scolastica non può essere messo in discussione”.

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