La Regione ha speso centinaia di milioni di euro per ‘affittare’ personale da impiegare nelle strutture sanitarie per far fronte alla carenza di personale, ma i sindacati chiedono assunzioni

Nel periodo che va dal 2019 al 2023, che copre quindi in pieno l’emergenza pandemica, la Regione Toscana ha speso circa 180 milioni di euro per assumere con contratti di somministrazione di lavoro o interinali infermieri, Oss e personale amministrativo da impiegare negli ospedali e nei presidi sanitari regionali, ricorrendo ad una formula che non consiste nell’assunzione, neppure a tempo indeterminato.

Una cifra importante, quella impegnata dalla Regione, per far fronte alle croniche e gravi carenze di personale che affliggono la sanità pubblica non solo in Toscana, ma che contemporaneamente non rappresenta assolutamente la soluzione al problema, come da tempo denunciano i sindacati.

Nell’ambito della sanità, infatti, quel che serve, secondo le varie associazioni sindacali e dei lavoratori, è l’assunzione stabile di nuovo personale che possa, da una parte, aumentare l’organico delle strutture assicurando così un servizio migliore, e dall’altro permettere quella turnazione che da molto tempo è diventata quasi impossibile, con il personale che è così costretto a saltare riposo e ferie.

Il tutto, denunciano i sindacati, si regge quindi sulla precarietà e sul lavoro a termine, senza una vera e propria visione per il futuro: anche per questo recentemente i lavoratori del comparto sono scesi in piazza chiedendo maggiori investimenti nella sanità pubblica.
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