Il Governatore della Toscana: “Sorprende la superficialità dell'insegnante, andrebbe licenziato”

"Sono sconcertato che in Italia si possa permettere il rifiuto allo studio di Dante, il sommo Poeta". Lo ha detto, in una nota, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. "È il padre della lingua italiana, l'autore di un testo enciclopedico fondamentale per la nostra cultura quale la Divina Commedia, è l'espressione più autentica dell'umanesimo che fa vivere all'Italia quel salto di civiltà che porta nel secolo successivo al Rinascimento - ha proseguito il governatore -. Escludere il suo studio è semplicemente segno di ignoranza. Motivare la esclusione da un processo formativo dell'opera di Dante Alighieri per rispetto alla religione islamica dimostra di non conoscerlo. Dante nella Divina Commedia propone e favorisce la conoscenza di un filosofo islamico come Averroè, è il primo a parlarci della funzione di guida alla medicina che esprime da Samarcanda un medico come Avicenna, padre della conoscenza del corpo umano. È sorprendente che un insegnante possa avere la superficialità di permettere tale esonero. In una scuola pubblica, un docente che esonera dallo studio di Dante con le motivazioni che i giornali riportano dovrebbe essere licenziato per incompetenza".

"Per un giovane che vive in Italia essere esentato dallo studio di Dante è una grave perdita culturale, educativa, umana - ha ripreso Giani -. L'opera di Dante costituisce un fondamento ineguagliabile della nostra cultura. Ecco perché è inaccettabile che venga negato proprio per le finalità con cui perseguire inclusione, integrazione, coabitazione del nostro Paese di culture e religioni diverse".
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