Il Corriere Fiorentino questa mattina riporta che qualche giorno fa le commissioni Sanità e Giustizia del Senato hanno approvato il testo della legge nazionale sul fine vita, tema sul quale la Toscana ha già legiferato in autonomia (andando incontro all’impugnazione della legge regionale da parte del Governo, che rivendica la piena competenza legislativa).
Nel testo licenziato dalle commissioni, che ora approderà al vaglio del Parlamento, sono due i punti che in Toscana suscitano maggiori perplessità: il ruolo centrale delle cure palliative, che secondo il testo dovranno essere potenziate fino a coprire il 90% dei pazienti, il termine di 180 giorni che deve intercorrere fra una richiesta respinta e la seconda eventuale richiesta (termine comunque abbassato rispetto ai quattro anni inizialmente previsti) e l’esclusione del servizio Sanitario dall’esecuzione del suicidio medicalmente assistito, addossando quindi tutto sulle spalle del privato.
Soprattutto quest’ultimo tema ha suscitato forti perplessità sia nel presidente della regione Toscana Eugenio Giani, secondo il quale il testo va in direzione ben diversa da quella indicata dalla sentenza della Corte Costituzionale (seguita dalla Toscana nella sua legge), sia del presidente della Commissione Sanità Enrico Sostegni, che non esclude la possibilità di impugnare la legge davanti alla Consulta. “Sicuramente non arretreremo” afferma.
Nel testo licenziato dalle commissioni, che ora approderà al vaglio del Parlamento, sono due i punti che in Toscana suscitano maggiori perplessità: il ruolo centrale delle cure palliative, che secondo il testo dovranno essere potenziate fino a coprire il 90% dei pazienti, il termine di 180 giorni che deve intercorrere fra una richiesta respinta e la seconda eventuale richiesta (termine comunque abbassato rispetto ai quattro anni inizialmente previsti) e l’esclusione del servizio Sanitario dall’esecuzione del suicidio medicalmente assistito, addossando quindi tutto sulle spalle del privato.
Soprattutto quest’ultimo tema ha suscitato forti perplessità sia nel presidente della regione Toscana Eugenio Giani, secondo il quale il testo va in direzione ben diversa da quella indicata dalla sentenza della Corte Costituzionale (seguita dalla Toscana nella sua legge), sia del presidente della Commissione Sanità Enrico Sostegni, che non esclude la possibilità di impugnare la legge davanti alla Consulta. “Sicuramente non arretreremo” afferma.
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