Da quando la legge regionale sul fine vita è stata approvata il 12 febbraio scorso, su tutta la regione sono state inoltrate solo due richieste di accesso al suicidio medicalmente assistito. Come riporta il Corriere Fiorentino infatti, le uniche domande inoltrate provengono da una persona malata che vive nell’Asl Nord-Ovest e l’altra da una dell’Asl Sud-Est, che hanno formalmente chiesto alle loro aziende sanitarie di poter esercitare il diritto sancito dalle sentenze della Consulta.
I due processi di valutazione sono in corso, con le doppie commissioni etica e tecnica, che dovranno stabilire se ci siano i requisiti indicati dalle sentenze della Corte. Ad ora nell’Asl Centro non risultano nuove richieste.
Invece per quanto riguarda i vecchi casi di procedimento penale rimasti bloccati in quanto i pazienti pur avendo diritto al suicidio assistito non potevano esercitarlo perchè non avevano accesso ai farmaci e alla strumentazione necessaria, la nuova legge regionale è riuscita a sbloccarne uno. Si tratta di un uomo malato che vive nel territorio della Nord Ovest.
Ora l’azienda, spiega il Corriere Fiorentino, ha potuto concludere la procedura e ha fornito il farmaco al medico di riferimento, il dottor Paolo Malacarne, ex primario di Terapia intensiva al Cisanello di Pisa. “Il mio paziente è ancora vivo. Io ho il farmaco e aspetto la sua decisione. Deve scegliere il giorno e non è comunque un passo che si faccia alla leggera. Dopo tanta attesa, c’è da sentirsi pronti di nuovo” spiega Malacarne.
L’ex primario di terapia intensiva, riflette anche sui numeri e va all’attacco: “I casi sono pochissimi e nei Paesi che hanno legalizzato la morte legalmente assistita, ovvero suicidio assistito o eutanasia, non si è mai verificata un’esplosione dei numeri. L’accanimento contro i malati terminali che lo richiedono non ha quindi alcun fondamento ed è solo una presa di posizione ideologica”.
Il medico prosegue: “Invece di contestare la legge toscana, il governo avrebbe dovuto contestare le sentenze della Consulta, approvando una legge nazionale a riguardo. Ma non l’ha mai fatto perché per quanto in Parlamento abbia la maggioranza assoluta, sa che la maggioranza degli italiani è favorevole al suicidio assistito. E fa specie che la Corte costituzionale sia intervenuta sul tema cinque volte negli ultimi sette anni, per di più chiedendo ogni volta al Parlamento di intervenire, mentre la politica nazionale, anche nella precedente legislatura, non ha fatto nulla”.
Adesso però secondo il deputato fiorentino di Fdi Giovanni Donzelli, il centrodestra pronto a promettere una nuova legge e lo farà in “tempi utili”. Ma Malacarne sottolinea ancora il problema dei numeri: “Tempi utili è un’espressione senza alcun significato quando ci sono malati terminali che soffrono e che contano i giorni”.
La Regione spiega il Corriere Fiorentino, ora parla di tre casi di suicidio assistito in fase di valutazione. Il motivo è che, oltre alle due nuove richieste, ce n’è una vecchia pendente e al momento bloccata. Si tratta di una malata di sclerosi multipla che vive nell’Asl Nord Ovest e che non è fisicamente in grado di premere da sola il pulsante che rilasci il farmaco. Un medico non può sostituirsi a lei, sarebbe eutanasia, che non è ammessa dalla Consulta. Ma la donna lamenta che in Italia non ci siano in commercio strumenti che le consentano di far scattare il clic senza usare le mani. E per questo si è rivolta al Tribunale di Firenze, chiamando in causa il governo per le mancanze dell’ordinamento. Così, mentre la legge toscana sul suicidio assistito è stata impugnata, i giudici costituzionali potrebbero essere presto chiamati anche a dirimere questo ulteriore e delicato aspetto della vicenda.
I due processi di valutazione sono in corso, con le doppie commissioni etica e tecnica, che dovranno stabilire se ci siano i requisiti indicati dalle sentenze della Corte. Ad ora nell’Asl Centro non risultano nuove richieste.
Invece per quanto riguarda i vecchi casi di procedimento penale rimasti bloccati in quanto i pazienti pur avendo diritto al suicidio assistito non potevano esercitarlo perchè non avevano accesso ai farmaci e alla strumentazione necessaria, la nuova legge regionale è riuscita a sbloccarne uno. Si tratta di un uomo malato che vive nel territorio della Nord Ovest.
Ora l’azienda, spiega il Corriere Fiorentino, ha potuto concludere la procedura e ha fornito il farmaco al medico di riferimento, il dottor Paolo Malacarne, ex primario di Terapia intensiva al Cisanello di Pisa. “Il mio paziente è ancora vivo. Io ho il farmaco e aspetto la sua decisione. Deve scegliere il giorno e non è comunque un passo che si faccia alla leggera. Dopo tanta attesa, c’è da sentirsi pronti di nuovo” spiega Malacarne.
L’ex primario di terapia intensiva, riflette anche sui numeri e va all’attacco: “I casi sono pochissimi e nei Paesi che hanno legalizzato la morte legalmente assistita, ovvero suicidio assistito o eutanasia, non si è mai verificata un’esplosione dei numeri. L’accanimento contro i malati terminali che lo richiedono non ha quindi alcun fondamento ed è solo una presa di posizione ideologica”.
Il medico prosegue: “Invece di contestare la legge toscana, il governo avrebbe dovuto contestare le sentenze della Consulta, approvando una legge nazionale a riguardo. Ma non l’ha mai fatto perché per quanto in Parlamento abbia la maggioranza assoluta, sa che la maggioranza degli italiani è favorevole al suicidio assistito. E fa specie che la Corte costituzionale sia intervenuta sul tema cinque volte negli ultimi sette anni, per di più chiedendo ogni volta al Parlamento di intervenire, mentre la politica nazionale, anche nella precedente legislatura, non ha fatto nulla”.
Adesso però secondo il deputato fiorentino di Fdi Giovanni Donzelli, il centrodestra pronto a promettere una nuova legge e lo farà in “tempi utili”. Ma Malacarne sottolinea ancora il problema dei numeri: “Tempi utili è un’espressione senza alcun significato quando ci sono malati terminali che soffrono e che contano i giorni”.
La Regione spiega il Corriere Fiorentino, ora parla di tre casi di suicidio assistito in fase di valutazione. Il motivo è che, oltre alle due nuove richieste, ce n’è una vecchia pendente e al momento bloccata. Si tratta di una malata di sclerosi multipla che vive nell’Asl Nord Ovest e che non è fisicamente in grado di premere da sola il pulsante che rilasci il farmaco. Un medico non può sostituirsi a lei, sarebbe eutanasia, che non è ammessa dalla Consulta. Ma la donna lamenta che in Italia non ci siano in commercio strumenti che le consentano di far scattare il clic senza usare le mani. E per questo si è rivolta al Tribunale di Firenze, chiamando in causa il governo per le mancanze dell’ordinamento. Così, mentre la legge toscana sul suicidio assistito è stata impugnata, i giudici costituzionali potrebbero essere presto chiamati anche a dirimere questo ulteriore e delicato aspetto della vicenda.
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