Abbiamo contattato Fabio Giorgetti per parlare del rapporto tra le società sportive e il concetto di inclusione sociale.
“Le società sportive sono uno strumento di educazione ma anche di inclusione”, sottolinea Giorgetti. “Inclusione intesa come possibilità data ai ragazzi di crescere all’interno di contesti educativi e non in strada. Nella fase adolescenziale di un ragazzo ci sono dei momenti in cui si viene a contatto con realtà che non rispecchiano a pieno i principi educativi che sono stati dati dalle famiglie e dalle stesse società sportive e a quel punto si capisce l’ impronta che è stata data al ragazzo stesso”.
Un esempio pratico?
“Ieri, insieme all’assessora Perini e al presidente del Quartiere 5, abbiamo presentato la conferenza stampa delle Piaggeliadi, una manifestazione che nasce 30 anni fa in una delle zone più difficili della città all’epoca. Una manifestazione così ha portato educazione e inclusione, limitando alcuni rischi ai ragazzi da 30 anni a questa parte. Tutto questo parte dalla Polisportiva Firenze Ovest. Il Presidente dell’epoca, Piero Colzi (che è ancora presente in società), ebbe l’idea di dare questa occasione ai ragazzi. Una grande opportunità per loro. Oggi i tempi sono cambiati ma i problemi relativi ai giovani ci sono ancora. Ecco perché le società sportive sono fondamentali. Spesso riescono a comunicare con i ragazzi anche meglio rispetto alle famiglie. Esse sono il più grande esempio di inclusione, nel concetto di squadra infatti c’è un grande senso di appartenenza. Fare parte di un gruppo nonostante le varie diversità, lo stesso insegnamento che dovrebbe dare la nostra società”.
“Le società sportive sono uno strumento di educazione ma anche di inclusione”, sottolinea Giorgetti. “Inclusione intesa come possibilità data ai ragazzi di crescere all’interno di contesti educativi e non in strada. Nella fase adolescenziale di un ragazzo ci sono dei momenti in cui si viene a contatto con realtà che non rispecchiano a pieno i principi educativi che sono stati dati dalle famiglie e dalle stesse società sportive e a quel punto si capisce l’ impronta che è stata data al ragazzo stesso”.
Un esempio pratico?
“Ieri, insieme all’assessora Perini e al presidente del Quartiere 5, abbiamo presentato la conferenza stampa delle Piaggeliadi, una manifestazione che nasce 30 anni fa in una delle zone più difficili della città all’epoca. Una manifestazione così ha portato educazione e inclusione, limitando alcuni rischi ai ragazzi da 30 anni a questa parte. Tutto questo parte dalla Polisportiva Firenze Ovest. Il Presidente dell’epoca, Piero Colzi (che è ancora presente in società), ebbe l’idea di dare questa occasione ai ragazzi. Una grande opportunità per loro. Oggi i tempi sono cambiati ma i problemi relativi ai giovani ci sono ancora. Ecco perché le società sportive sono fondamentali. Spesso riescono a comunicare con i ragazzi anche meglio rispetto alle famiglie. Esse sono il più grande esempio di inclusione, nel concetto di squadra infatti c’è un grande senso di appartenenza. Fare parte di un gruppo nonostante le varie diversità, lo stesso insegnamento che dovrebbe dare la nostra società”.
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