Negli ultimi due anni l'affollamento ai pronto soccorso, le attese estenuanti dei pazienti e il grave fenomeno delle violenze patite dal personale sanitario sono una narrazione sempre più ricorrente, anche in Toscana. Ma i problemi del pronto soccorso, come riporta La Nazione Firenze, partono da lontano.
Nel 2019 nei reparti di emergenza-urgenza toscani si registrò il record dei 1.537.453 accessi. Le fughe di massa del personale sanitario erano già cominciate e la pandemia mostrò con chiarezza la necessità di rifondare la medicina di base e territoriale.
Ebbene, oggi gli accessi al pronto soccorso, complessivamente, restano più bassi rispetto al 2019 (1.417.440 nel 2023 e 1.284.574 fino al 13 novembre 2024) ma nel frattempo si è perso il 25% del personale in pianta organica. Dei circa 400 medici che ci lavoravano a tempo indeterminato, ne sono rimasti poco più di 300. Ma la carenza di personale è solamente una delle criticità.
Le emergenze da codice rosso nel 2019 erano state 25.251, lo scorso anno 21.427, nel 2024 fino a ora 18.625; le urgenze gravi, non differibili dalle 200.365 del 2019 sono passate a 110.202 nel 2023 e sono state sinora 94.220 in quest'anno; in flessione anche le urgenze differibili, che nel 2019 erano state 726.614 e nel 2023 619.732 (560.435 sinora nel 2024).
Cosa c'è che non torna? A far saltare il banco sono le urgenze minori, persone che dovrebbero trovare risposte altrove. E che invece determinano un'esplosione di accessi. Erano state 341.968 nel 2019 poi schizzate a 476.878 nel 2023 e sono già 445.511 in quest'anno in corso. Quelle che vengono classificate non urgenze, invero, sono diminuite rispetto al 2019, quando ne arrivarono 236.783 rispetto alle 188.346 del 2023 e alle 178.154 di quest'anno.
Il problema dei pazienti cronici e anziani fragili è prioritario. Per i casi meno gravi vedremo se l'effetto dell'apertura dei Pir (i Punti di intervento rapido), prevista per dicembre, per ora in via sperimentale in sei postazioni dell'Asl Toscana centro, potrà essere un sollievo, certo non la panacea.
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