In una fase cruciale della stagione, la Fiorentina si è stretta intorno a Moise Kean, il suo numero venti, che si conferma figura centrale nel percorso viola. La sfida di Coppa Italia contro l’Empoli ha messo in evidenza il carattere e il talento dell’attaccante: protagonista di una serata intensa, Kean ha brillato con il gol dell'1-1, dedicato a Edoardo Bove con un gesto significativo verso curva e telecamere. Ma la gioia è stata offuscata da un errore ai rigori, che ha condannato la squadra a un’amara eliminazione.
Nonostante l’epilogo deludente, la stagione di Kean racconta un’altra storia: tredici reti con la Fiorentina, quattordici includendo quella segnata con la Nazionale a settembre, un risultato notevole per chi veniva da un anno senza gol.
La partita contro l’Empoli è stata, in gran parte, una sfida personale tra Kean e il difensore Ismajli. Dopo averlo marcato efficacemente nello 0-0 di campionato al Castellani, Ismajli ha riproposto lo stesso copione: marcature serrate e interventi al limite del regolamento. Nonostante l’ostacolo, Kean ha saputo rispondere con la sua solita grinta: pressing continuo, sponde utili per i compagni e pericolosità nei duelli aerei, come dimostrato dal colpo di testa che ha sfiorato la traversa nel primo tempo.
Il momento decisivo è arrivato al 60', quando Kean ha approfittato di un pallone non trattenuto dal portiere Seghetti per firmare il pareggio. Nel finale, complice l’uscita di Ismajli, l’attaccante ha trovato più spazi e sfiorato un altro gol con un’incornata neutralizzata dallo stesso Seghetti, protagonista di una parata decisiva.
Kean ha mostrato grande sintonia con Lucas Beltran, con cui ha condiviso gran parte del match. Quando Palladino ha deciso di sperimentare, inserendo Gudmundsson e successivamente Kouamé, la Fiorentina ha optato per una formazione a due punte, una novità che potrebbe diventare un’opzione stabile in futuro. Con l’addio di Bove, i viola stanno ridefinendo il proprio assetto offensivo, ma è evidente che Kean rimanga il fulcro di ogni strategia.
La serata che aveva visto Kean come assoluto protagonista si è conclusa nel modo più amaro. Dagli undici metri, il suo tiro alto sopra la traversa ha sancito l’eliminazione della Fiorentina, un errore che richiama alla mente il penalty fallito contro il Milan. I rigori restano una debolezza su cui l’ex Juventus dovrà lavorare per completare la sua crescita come attaccante completo.
Nonostante l’eliminazione, la prestazione di Kean è stata un segnale chiaro: la Fiorentina può contare su di lui come leader tecnico e carismatico. Il suo spirito di sacrificio e la capacità di essere decisivo in momenti chiave lo rendono una figura fondamentale per il presente e il futuro della squadra.
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