Solo nella seconda metà del mese di dicembre scorso, rende noto il Dipartimento di Prevenzione della Ausl Tc, in Toscana sono avvenuti 5 decessi e 10 persone sono state intossicate a causa del monossido di carbonio “CO”, un gas inodore, incolore e insapore e non irritante. Perciò pericolosissimo.
Le principali cause dei decessi e delle intossicazioni sono, principalmente, sempre imputabili a manutenzioni non eseguite, impianti non a norma e comportamenti sbagliati. Gli incidenti si verificano prevalentemente in ambito domestico. In generale gli impianti e apparecchi termici se non installati a regola d’arte, correttamente manutenuti e diligentemente condotti, possono mettere a rischio la salute e la sicurezza delle persone a causa delle perdite dei prodotti della combustione e del gas di alimentazione all’interno dei locali abitati dando luogo ad intossicazioni da “CO” oltre a possibili esplosioni/incendi.
Dal punto di vista strettamente sanitario il “CO” inalato si lega rapidamente all'emoglobina del sangue (essendo circa 200 volte più affine), sostituendosi rapidamente all’ossigeno, con la conseguenza immediata che consiste in una riduzione dell'apporto di ossigeno a tutto l'organismo, riduzione che conduce all'asfissia “ipossia”. L'eventuale intossicazione da “CO” si rileva solo mediante il controllo del tasso di carbossiemoglobina presente nel sangue (emogas analisi con prelievo di sangue arterioso), mentre l'esposizione è rilevata misurando la concentrazione di monossido di carbonio presente nell'ambiente in cui avviene l’intossicazione.
La gravità di un'intossicazione da CO è proporzionale alla quantità di CO fissata all'emoglobina, il che significa che non dipende solamente dalla concentrazione di CO nell'aria, ma anche dalla durata d'esposizione. I bambini, che possiedono una respirazione più rapida, così come le persone impegnate in un'attività fisica, raggiungono più velocemente un tasso di carbossiemoglobina elevato. I primi sintomi di un'intossicazione sono il mal di testa, nausea, una percezione visiva sfocata, dei leggeri malesseri e palpitazioni, sintomi che molto spesso vengono attribuiti a tutt'altri stati patologici.
Le principali cause dei decessi e delle intossicazioni sono, principalmente, sempre imputabili a manutenzioni non eseguite, impianti non a norma e comportamenti sbagliati. Gli incidenti si verificano prevalentemente in ambito domestico. In generale gli impianti e apparecchi termici se non installati a regola d’arte, correttamente manutenuti e diligentemente condotti, possono mettere a rischio la salute e la sicurezza delle persone a causa delle perdite dei prodotti della combustione e del gas di alimentazione all’interno dei locali abitati dando luogo ad intossicazioni da “CO” oltre a possibili esplosioni/incendi.
Dal punto di vista strettamente sanitario il “CO” inalato si lega rapidamente all'emoglobina del sangue (essendo circa 200 volte più affine), sostituendosi rapidamente all’ossigeno, con la conseguenza immediata che consiste in una riduzione dell'apporto di ossigeno a tutto l'organismo, riduzione che conduce all'asfissia “ipossia”. L'eventuale intossicazione da “CO” si rileva solo mediante il controllo del tasso di carbossiemoglobina presente nel sangue (emogas analisi con prelievo di sangue arterioso), mentre l'esposizione è rilevata misurando la concentrazione di monossido di carbonio presente nell'ambiente in cui avviene l’intossicazione.
La gravità di un'intossicazione da CO è proporzionale alla quantità di CO fissata all'emoglobina, il che significa che non dipende solamente dalla concentrazione di CO nell'aria, ma anche dalla durata d'esposizione. I bambini, che possiedono una respirazione più rapida, così come le persone impegnate in un'attività fisica, raggiungono più velocemente un tasso di carbossiemoglobina elevato. I primi sintomi di un'intossicazione sono il mal di testa, nausea, una percezione visiva sfocata, dei leggeri malesseri e palpitazioni, sintomi che molto spesso vengono attribuiti a tutt'altri stati patologici.
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