Sarà estesa fino al 31 dicembre la sperimentazione dei sei Pir dell'Asl Toscana centro, i Punti di intervento rapido per la presa in carico di situazioni sanitarie di natura non emergenziale. La Giunta regionale toscana ha infatti approvato nella sua ultima seduta una delibera con cui viene prorogato il progetto, prevedendo azioni migliorative per rendere più fluida l'accessibilità al servizio, così da aumentarne l'afflusso.
Due sono sostanzialmente gli aspetti migliorativi, si spiega in una nota, sui quali ci si concentrerà da qui alla fine della sperimentazione. Il primo riguarda le tipologie di problematiche trattate dai Pir, aggiornando l'elenco dei criteri e dei sintomi in base ai quali i medici di medicina generale inviavano i pazienti agli ambulatori: dalla febbre ai dolori toracici riferibili a problematiche muscoloscheletriche, fino a crisi di ansia e attacchi di panico, dermatite, orticaria, e punture d'insetto.
Il secondo aspetto riguarda invece lo sviluppo dell'utilizzo della centrale Nue 116117 per mediare l'accesso dei pazienti agli ambulatori. È stato previsto un nuovo protocollo, più dettagliato, per la valutazione telefonica da parte degli operatori della centrale, che sarà condiviso anche tra i medici dei Pir e i medici del Pronto soccorso. Saranno inoltre integrati i software delle diverse realtà, in modo da facilitare agli operatori il processo di presa in carico del paziente.
"La proroga della sperimentazione ci permetterà di valutare a fondo le azioni di miglioramento che abbiamo messo in campo, l'estensione delle casistiche e il maggior coinvolgimento della Centrale 116117, per poi arrivare nei prossimi mesi a dotarci di un modello operativo solido, già testato in un contesto significativo come quello dell'Asl Toscana Centro - hanno detto il presidente della Regione Eugenio Giani e l'assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Nei primi mesi di attività dei Pir si è consolidata una positiva collaborazione tra i diversi professionisti coinvolti, favorendo il raccordo con la medicina generale. Questo ha contribuito a rafforzare la continuità assistenziale, in particolare all'interno delle Case di Comunità, e a promuovere un modello di presa in carico territoriale integrata, in linea con i principi del nuovo modello di assistenza territoriale. Un ulteriore dato di rilievo è rappresentato dall'elevato livello di gradimento espresso dagli utenti che hanno usufruito del servizio".
Due sono sostanzialmente gli aspetti migliorativi, si spiega in una nota, sui quali ci si concentrerà da qui alla fine della sperimentazione. Il primo riguarda le tipologie di problematiche trattate dai Pir, aggiornando l'elenco dei criteri e dei sintomi in base ai quali i medici di medicina generale inviavano i pazienti agli ambulatori: dalla febbre ai dolori toracici riferibili a problematiche muscoloscheletriche, fino a crisi di ansia e attacchi di panico, dermatite, orticaria, e punture d'insetto.
Il secondo aspetto riguarda invece lo sviluppo dell'utilizzo della centrale Nue 116117 per mediare l'accesso dei pazienti agli ambulatori. È stato previsto un nuovo protocollo, più dettagliato, per la valutazione telefonica da parte degli operatori della centrale, che sarà condiviso anche tra i medici dei Pir e i medici del Pronto soccorso. Saranno inoltre integrati i software delle diverse realtà, in modo da facilitare agli operatori il processo di presa in carico del paziente.
"La proroga della sperimentazione ci permetterà di valutare a fondo le azioni di miglioramento che abbiamo messo in campo, l'estensione delle casistiche e il maggior coinvolgimento della Centrale 116117, per poi arrivare nei prossimi mesi a dotarci di un modello operativo solido, già testato in un contesto significativo come quello dell'Asl Toscana Centro - hanno detto il presidente della Regione Eugenio Giani e l'assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Nei primi mesi di attività dei Pir si è consolidata una positiva collaborazione tra i diversi professionisti coinvolti, favorendo il raccordo con la medicina generale. Questo ha contribuito a rafforzare la continuità assistenziale, in particolare all'interno delle Case di Comunità, e a promuovere un modello di presa in carico territoriale integrata, in linea con i principi del nuovo modello di assistenza territoriale. Un ulteriore dato di rilievo è rappresentato dall'elevato livello di gradimento espresso dagli utenti che hanno usufruito del servizio".
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