Sono nove le perquisizioni delegate dalla Procura di Firenzeeseguite stamani dalla Digos di Firenze insieme ai Carabinieri della sezione di Pg della Procura, per le indagini su quanto avvenuto il 23 febbraio scorso nei pressi del consolato Usa di Firenze quando ci furono tensioni e cariche con le forze dell'ordine a un corteo per la Palestina.
Tra i perquisiti sei, si spiega in una nota a firma del procuratore capo Filippo Spiezia, sono indagati: "iscritti tra l'altro per il delitto" di resistenza, sono "ritenuti coinvolti a vario titolo negli scontri con le forze dell'ordine". Di questi sei quattro sono studenti e due coordinatori del Sudd Cobas.
Gli altri tre sono "completamente estranei ai delitti per cui si procede".
La Procura spiega che "l'attività di indagine in corso è finalizzata ad acquisire elementi utili alla precisa ricostruzione dei fatti anche attraverso l'analisi di materiale informatico (in particolare video) che possa contenere riprese della fase del contatto tra i manifestanti e le forze dell'ordine, e in particolare i frangenti in cui sono state prodotte lesioni a taluni dei manifestanti. A tal fine sono state eseguite perquisizioni anche nei confronti di partecipanti alla manifestazione completamente estranei ai delitti per cui si procede, ma che sono stati identificati mentre effettuavano videoriprese, per completare la ricostruzione. Le indagini sono, infatti, mirate ad accertare con precisione tutte le fasi della manifestazione: quella in cui vi è stato un cambio di percorso non autorizzato, quando vi è stata una pressione nei confronti delle forze dell'ordine da parte di taluni manifestanti, la carica da parte delle forze dell'ordine e, infine, le condotte che hanno prodotto le lesioni poi refertate e presenti in atti".
Nella nota si spiega che la manifestazione, "cui presero parte 300 persone, prevedeva il concentramento" in piazza Santissima Annunziata e "un corteo che si sarebbe dovuto concludere in piazza Ognissanti. I manifestanti, una volta giunti alla fine del percorso, contrariamente a quanto preavvisato, si spostarono in corteo su lungarno Vespucci, in direzione del consolato Americano, entrando in contatto con uno schieramento delle forze dell'ordine disposte lungo il percorso a protezione del sito diplomatico".
Tra i perquisiti sei, si spiega in una nota a firma del procuratore capo Filippo Spiezia, sono indagati: "iscritti tra l'altro per il delitto" di resistenza, sono "ritenuti coinvolti a vario titolo negli scontri con le forze dell'ordine". Di questi sei quattro sono studenti e due coordinatori del Sudd Cobas.
Gli altri tre sono "completamente estranei ai delitti per cui si procede".
La Procura spiega che "l'attività di indagine in corso è finalizzata ad acquisire elementi utili alla precisa ricostruzione dei fatti anche attraverso l'analisi di materiale informatico (in particolare video) che possa contenere riprese della fase del contatto tra i manifestanti e le forze dell'ordine, e in particolare i frangenti in cui sono state prodotte lesioni a taluni dei manifestanti. A tal fine sono state eseguite perquisizioni anche nei confronti di partecipanti alla manifestazione completamente estranei ai delitti per cui si procede, ma che sono stati identificati mentre effettuavano videoriprese, per completare la ricostruzione. Le indagini sono, infatti, mirate ad accertare con precisione tutte le fasi della manifestazione: quella in cui vi è stato un cambio di percorso non autorizzato, quando vi è stata una pressione nei confronti delle forze dell'ordine da parte di taluni manifestanti, la carica da parte delle forze dell'ordine e, infine, le condotte che hanno prodotto le lesioni poi refertate e presenti in atti".
Nella nota si spiega che la manifestazione, "cui presero parte 300 persone, prevedeva il concentramento" in piazza Santissima Annunziata e "un corteo che si sarebbe dovuto concludere in piazza Ognissanti. I manifestanti, una volta giunti alla fine del percorso, contrariamente a quanto preavvisato, si spostarono in corteo su lungarno Vespucci, in direzione del consolato Americano, entrando in contatto con uno schieramento delle forze dell'ordine disposte lungo il percorso a protezione del sito diplomatico".
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