Da giugno potrebbe partire la sperimentazione del servizio di diagnostica ed ecografia da parte dei medici di base. Come scrive questa mattina La Repubblica Firenze, si tratta di una novità su cui la Regione Toscana sembra credere molto, fin da quando fu lo stesso presidente della Regione Eugenio Giani ad annunciarla.
Secondo quanto riferito dal quotidiano, il nuovo servizio dovrebbe partire ad inizio giugno, ed entro il 31 maggio le varie Asl toscane dovranno presentare i propri progetti nell’ambito dell’accordo integrativo regionale menzionato in una delibera dell’assessorato alla Salute: per raggiungere gli obiettivi che la Regione si è prefissata nella presa in cura degli assistiti, appropriatezza prescrittiva e riduzione delle liste d’attesa, saranno stanziati inizialmente due milioni di euro.
Secondo quanto previsto dall’accordo, i medici di base riceveranno dall’Asl la strumentazione necessaria per compiere gli esami diagnostici (qualora ne siano sprovvisti nei propri ambulatori, senza tra l’altro dover sopportare oneri a proprio carico). Il compenso sarà calcolato sulla base dei pazienti seguiti dal medico, mentre per ogni professionista sarà stabilita una quota minima di esami da compiere annualmente: per accedere ai compensi sarà necessario compiere almeno settanta prestazioni di primo livello o centoventi di secondo.
L’accordo, spiega Repubblica, prevede due livelli di presa in carico (distinti in base alla complessità dell’esame) e cinque attività, ovvero per le malattie respiratorie, per quelle cardiovascolari, il diabete, medicina del dolore, visite ecoassistite.
Secondo quanto riferito dal quotidiano, il nuovo servizio dovrebbe partire ad inizio giugno, ed entro il 31 maggio le varie Asl toscane dovranno presentare i propri progetti nell’ambito dell’accordo integrativo regionale menzionato in una delibera dell’assessorato alla Salute: per raggiungere gli obiettivi che la Regione si è prefissata nella presa in cura degli assistiti, appropriatezza prescrittiva e riduzione delle liste d’attesa, saranno stanziati inizialmente due milioni di euro.
Secondo quanto previsto dall’accordo, i medici di base riceveranno dall’Asl la strumentazione necessaria per compiere gli esami diagnostici (qualora ne siano sprovvisti nei propri ambulatori, senza tra l’altro dover sopportare oneri a proprio carico). Il compenso sarà calcolato sulla base dei pazienti seguiti dal medico, mentre per ogni professionista sarà stabilita una quota minima di esami da compiere annualmente: per accedere ai compensi sarà necessario compiere almeno settanta prestazioni di primo livello o centoventi di secondo.
L’accordo, spiega Repubblica, prevede due livelli di presa in carico (distinti in base alla complessità dell’esame) e cinque attività, ovvero per le malattie respiratorie, per quelle cardiovascolari, il diabete, medicina del dolore, visite ecoassistite.
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