Le parole del docente di Ecologia Umana dell’Università di Firenze Giorgio Pizzolo suonano ancora attualissime: “È il nodo strategico di tutto il sistema ecologico fiorentino”

Mentre a Roma l’iter per l’approvazione di VIA e VAS per l’aeroporto fiorentino procede spedito, con Regione e Toscana Aeroporti che sperano di poter iniziare i lavori per l’ampliamento il prima possibile, non si placano le voci di chi non vede affatto di buon occhio l’ampliamento dello scalo fiorentino.

Già quattro anni, sul canale YouTube “Comitato Sorvolati Firenze”, il docente dell’Università di Firenze Giorgio Pizzolo spiegava in maniera abbastanza chiari i vari motivi per i quali ingrandire l’aeroporto fiorentino non è affatto una buona idea.

A cominciare dal fatto che “quello che attualmente c’è è fuori regola, e sarebbe meglio adeguarsi”.
Ma il docente, nel video, si concentrava soprattutto sulla questione prettamente ecologica: “L’area dove vorrebbero fare l’aeroporto è un’area di interesse ambientale strategico, dato che tiene insieme tutto il sistema ecologico della città di Firenze e dei suoi dintorni, dato che è il punto di legame fra le colline e l’Arno nella direttrice nord-sud e dei sistemi insediatavi che nel tempo sono sorti e si sono espansi sulla direttrice est-ovest”.

Una sistema che sopravvive, spiegava il docente, proprio perché alla base c’è un sistema ecologico che lo sostiene: “L’ecosistema complessivo vive proprio in forza del sistema che lo sorregge, per questo dovremmo cercare di impedire le saldature fra centro e periferia, per esempio cercando i piccoli corsi d’acqua che ancora sopravvivono”.

La piana in cui sorge Sesto fu definita dai piani urbanistici regionali un parco agrario, “una definizione che però è stata contraddetta dall’autorizzazione all’espansione dell’aeroporto” spiegava Pizzolo: al contrario, l’area sarebbe dovuta diventare il baricentro di un’area verde centrale per l’ecosistema fiorentino.

Un’area che avrebbe dovuto essere salvaguardato dall’azione amministrativa, che “avrebbe potuto fare da base per fornire eco servizi alla città”, creando sul territorio un sistema di cascine, cioè un modello organizzativo in cui il verde racchiude al suo interno un gran numero di attività.

Il docente suggeriva di organizzare il lavoro in sinergia fra i comuni della piana e il polo scientifico di Sesto per mettere in piedi “l’attività di parco agrario attivo e autogestito, una struttura dove la popolazione converge per molteplici attività, quindi dallo straordinario valore economico. Ma anche” parlando in termini ecologici “una struttura che svolga la funzione di chiusura dei cerchi dei sistemi naturali” come rifiuti, acque ed energia.

Un’organizzazione degli spazi in questo modo, basata sulla valorizzazione dei cicli naturali, avrebbe potuto “riqualificare complessivamente un’area in cui tra abitanti e ospiti ci sono oltre un milione di persone”.

In sostanza, il docente suggeriva quindi di realizzare un sistema circolare attento alle esigenze ecologiche, organizzarlo per produrre servizi e accogliere una larga partecipazione della popolazione: tutte le realtà urbane e le popolazioni circostanti avrebbero beneficiato di un sistema organizzativo di questo tipo.

L’opposizione alla costruzione dell’aeroporto “non è solo per la grade opera e le spese che richiede” spiegava in conclusione il professor Pizzolo “ma è perché ecologicamente è un errore”. Proprio l’area, suggeriva il professore, avrebbe potuto diventare un esempio di riconversione territoriale.


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