Il maltempo del 14 e 15 marzo ha lasciato, purtroppo ancora una volta, un segno profondo in territori e popolazioni, con intere zone devastate dalla furia dell’acqua e dalle frane, infrastrutture fatte a pezzi e negozi e abitazioni pesantemente danneggiate.
Come scrive questa mattina La Nazione, nella popolazione toscana sta crescendo in modo repentino la consapevolezza della minaccia del cambiamento climatico.
A certificare questa nuova sensibilità dei toscani è un sondaggio realizzato da Emg Different per Toscana Tv in cui agli intervistati sono state poste diverse domande relative al tema delle alluvioni, e le risposte degli intervistati sono state piuttosto eloquenti.
A cominciare dalla percezione del rischio che fenomeni violentissimi e improvvisi come quello avvenuto fra il 14 e 15 marzo: alla domanda se comprerebbero una casa in una zona a rischio, l’81% degli intervistati ha risposto o “certamente no” o “probabilmente no”, il 16% accetterebbe il rischio riflettendoci comunque su, mentre solo il 3% acquisterebbe senza alcun indugio.
Secondo i dati del sondaggio, citati questa mattina da La Nazione, i toscani promuovono la gestione dell’emergenza, con il 75% degli intervistati che approva l’operato della Protezione Civile: il 14% risponde “molto bene”, il 61% “abbastanza bene”.
Positivo anche il giudizio sull’operato dei sindaci al momento dell’emergenza, con il 65% degli intervistati che lo approva (il 75% fra gli elettori di centrosinistra e il 60% fra quelli di centrodestra), mentre più cauti sono gli encomi alla Regione, promossa dal 62% degli intervistati.
È sulla prevenzione che però si concentrano i giudizi meno meritori: per il 65% degli intervistati le opere di difesa dal rischio idrogeologico sono state fatte ma ne potevano essere realizzate di più, mentre per il 28% “non è stato fatto nulla”. Solo il 7% pensa che sia stato fatto tutto il possibile.
Per il futuro, i toscani hanno le idee chiare: il 40% risponde che deve essere imposto lo stop alla costruzione di nuovi edifici in zone a rischio, per il 30% va rifatto il sistema idrico e fognario, il 21% pensa che debbano essere demoliti gli edifici sorti in aree pericolose e il 17% che si debba procedere alla rimozione dell’asfalto superfluo per far tornare a respirare i terreni. Infine, il 25% pensa che debba essere ripensato il modello di sviluppo urbano, per consumare meno suolo.
Un tema, quello dell’eccessivo consumo di suolo, sollevato anche dall’Ordine degli Ingegneri fiorentini, secondo il quale nel 2023 in Toscana sono stati consumati 350 ettari di suolo.
Come scrive questa mattina La Nazione, nella popolazione toscana sta crescendo in modo repentino la consapevolezza della minaccia del cambiamento climatico.
A certificare questa nuova sensibilità dei toscani è un sondaggio realizzato da Emg Different per Toscana Tv in cui agli intervistati sono state poste diverse domande relative al tema delle alluvioni, e le risposte degli intervistati sono state piuttosto eloquenti.
A cominciare dalla percezione del rischio che fenomeni violentissimi e improvvisi come quello avvenuto fra il 14 e 15 marzo: alla domanda se comprerebbero una casa in una zona a rischio, l’81% degli intervistati ha risposto o “certamente no” o “probabilmente no”, il 16% accetterebbe il rischio riflettendoci comunque su, mentre solo il 3% acquisterebbe senza alcun indugio.
Secondo i dati del sondaggio, citati questa mattina da La Nazione, i toscani promuovono la gestione dell’emergenza, con il 75% degli intervistati che approva l’operato della Protezione Civile: il 14% risponde “molto bene”, il 61% “abbastanza bene”.
Positivo anche il giudizio sull’operato dei sindaci al momento dell’emergenza, con il 65% degli intervistati che lo approva (il 75% fra gli elettori di centrosinistra e il 60% fra quelli di centrodestra), mentre più cauti sono gli encomi alla Regione, promossa dal 62% degli intervistati.
È sulla prevenzione che però si concentrano i giudizi meno meritori: per il 65% degli intervistati le opere di difesa dal rischio idrogeologico sono state fatte ma ne potevano essere realizzate di più, mentre per il 28% “non è stato fatto nulla”. Solo il 7% pensa che sia stato fatto tutto il possibile.
Per il futuro, i toscani hanno le idee chiare: il 40% risponde che deve essere imposto lo stop alla costruzione di nuovi edifici in zone a rischio, per il 30% va rifatto il sistema idrico e fognario, il 21% pensa che debbano essere demoliti gli edifici sorti in aree pericolose e il 17% che si debba procedere alla rimozione dell’asfalto superfluo per far tornare a respirare i terreni. Infine, il 25% pensa che debba essere ripensato il modello di sviluppo urbano, per consumare meno suolo.
Un tema, quello dell’eccessivo consumo di suolo, sollevato anche dall’Ordine degli Ingegneri fiorentini, secondo il quale nel 2023 in Toscana sono stati consumati 350 ettari di suolo.
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