In città diverse zone soffrono per la mancanza di alberi e l’eccessivo consumo di suolo

Arriva l’estate e come ogni anno da diverso tempo Firenze si prepara a fare i conti con le ondate e le isole di calore, e temperature che in città possono arrivare a superare i quaranta gradi.

Il capoluogo toscano non è l’unico, naturalmente, a dover fare i conti con temperature sempre più alte, come ha messo in luce uno studio del progetto Mirificus pubblicato sulla rivista Remote Sensing Applications: Society and Environment, coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr assieme all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Italia.

Come riferisce La Nazione, dallo studio è emerso che il fenomeno delle isole di calore dipende sia dalla topografia delle zone urbane, se cioè sono in pianura o in zone collinari, e dall’urbanizzazione e il consumo di suolo.

Firenze in particolare, riporta il quotidiano, è esposta al fenomeno delle isole di calore perché si trova in pianura: in città, inoltre si assiste alla progressiva intensificazione del calore man mano che ci si allontana dal centro storico, dato che in periferia il cemento abbonda e in alcune zone gli alberi sono un miraggio. Le zone più calde della città si trovano verso nord-ovest, nell’area della Mercafir e su viale XI agosto, ma anche intorno all’aeroporto e alle stazioni cittadine.

Questo contribuisce quindi all’innalzamento della temperatura superficiale del suolo coperto da asfalto, che letteralmente ribolle disperdendo calore.

La soluzione individuata dal ricercatore del Cnr Marco Morabito, sentito dal quotidiano, è di aumentare la copertura arborea in città creando delle fasce verdi nelle aree periferiche, di modo da mitigare l’impatto del calore sul terreno, e di utilizzare pavimentazioni che siano in grado di trattenere il calore.


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