L'attrice e produttrice al Polimoda

"Dalla moda all'agricoltura rigenerativa il passo può anche essere breve, e - anzi - le due cose possono anche essere molto collegate l'una all'altra"Parola di Isabella Rossellini, modella, attrice, produttrice e da qualche anno anche alla guida della sua fattoria rigenerativa Mama Farm (aperta a Long Island nel 2013 e gestita insieme alla figlia Elettra Wiedemann), che oggi a Firenze ha raccontato la sua esperienza agli studenti del Polimoda, dove ha tenuto una guest lecture in aula magna.

"Sono nata con un grande amore per gli animali - racconta 
l'attrice, che recentemente ha conseguito una laurea magistrale in etologia -. Nella mia fattoria abbiamo razze antiche e in via di estinzione, come le pecore Santacruz. La biodiversità è importante, noi guardiamo alla biodiversità per gli ortaggi e alle razze tradizionali per gli animali. La fattoria è la nostra piccola versione della vasta e grande Madre natura". Una fattoria che è anche un laboratorio di idee, come il nuovo progetto di moda, lanciato da poco: una collaborazione con la stilista di maglieria Aisling Camps, con cui ha sviluppato una capsule collection utilizzando i filati provenienti dalle pecore della sua fattoria.

"Quando si crea un capo d'abbigliamento si 
parte dal materiale, poi viene realizzato tutto grazie alla
creatività. Ma questo è solo il 50% della storia. C'è un altro 50% che riguarda gli animali, e da dove tutto nasce. Ora stiamo lavorando alla creazione di un consorzio di piccole fattorie come la mia. Così che se Aisling dovesse avere bisogno di più materiale per la collezione, possiamo averne".

La tracciabilità è un tema che le sta molto a cuore: "La 
nuova definizione dell'haute couture potrebbe essere proprio legata al fatto che tu puoi conoscere l'origine di un capo, - spiega - da quale pecora viene la lana con cui è stato prodotto. La moda produce molto inquinamento, io non compro solo cose belle, sto attenta anche alla provenienza".

In platea c'è chi domanda la genesi di questa decisione, la risposta si trasforma in un suggerimento al femminile. ''Quando studiavo etologia - spiega - la maggior parte degli studenti erano donne. Mi sono chiesta perché. Forse è uno stereotipo, ma gli uomini hanno molta pressione sul fare carriera e sullo stipendio da raggiungere, le donne sono più aperte alle possibilità. Credo che le donne indipendenti possano trovare un business nelle fattorie e diventare il capo di loro stesse".
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