Nessuna foto, nessuna diapositiva, nessun rullino, ma solo abiti da donna e parti di una tenda da campeggio in alcuni scatoloni aperti stamani in udienza davanti alla corte di assise di Firenze. La corte si è riunita in camera di consiglio per valutare alcuni reperti relativi all'inchiesta sul Mostro di Firenze e provenienti dall'Ufficio corpi di reato.
La ricerca odierna ha riguardato l'omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveishvili, le ultime due vittime del Mostro diFirenze, uccise agli Scopeti nel settembre 1985. Secondo quanto si apprende, in uno degli scatoloni, sono stati ritrovati una camicetta da donna, un maglione e un giubbotto di jeans. In un altro, una parte di una tenda da campeggio, il cosiddetto "catino" e la paleria. La copertura della tenda costituisce un altro reperto che a suo tempo fu analizzato dai consulenti, finendo pure al vaglio del genetista Ugo Ricci.
Nessuna traccia, però, come invece speravano gli avvocati dei familiari delle vittime, delle ultime foto scattate da Nadine Mauriot nei giorni precedenti il duplice omicidio. I legali avevano chiesto la restituzione di beni, fra cui una macchina fotografica Nikon, 17 fotogrammi scattati e in essa contenuti, 16 diapositive, un pezzo di pellicola, appunti scritti. Tali Materiali secondo gli avvocati potrebbero essere utili a ricostruire le ultime ore di vita della coppia e che a loro risultavano essere presenti nel vasto materiale di archivio accumulato dagli uffici giudiziari durante la lunga inchiesta del Mostro di Firenze. Nelle scatole aperte stamani, però, non c'erano.
La ricerca odierna ha riguardato l'omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveishvili, le ultime due vittime del Mostro diFirenze, uccise agli Scopeti nel settembre 1985. Secondo quanto si apprende, in uno degli scatoloni, sono stati ritrovati una camicetta da donna, un maglione e un giubbotto di jeans. In un altro, una parte di una tenda da campeggio, il cosiddetto "catino" e la paleria. La copertura della tenda costituisce un altro reperto che a suo tempo fu analizzato dai consulenti, finendo pure al vaglio del genetista Ugo Ricci.
Nessuna traccia, però, come invece speravano gli avvocati dei familiari delle vittime, delle ultime foto scattate da Nadine Mauriot nei giorni precedenti il duplice omicidio. I legali avevano chiesto la restituzione di beni, fra cui una macchina fotografica Nikon, 17 fotogrammi scattati e in essa contenuti, 16 diapositive, un pezzo di pellicola, appunti scritti. Tali Materiali secondo gli avvocati potrebbero essere utili a ricostruire le ultime ore di vita della coppia e che a loro risultavano essere presenti nel vasto materiale di archivio accumulato dagli uffici giudiziari durante la lunga inchiesta del Mostro di Firenze. Nelle scatole aperte stamani, però, non c'erano.
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)
Attiva i cookies
Attiva i cookies