Dani Hakam Taleb Moh'd, il 21enne fermato per il lancio di due molotov contro il consolato Usa a Firenze, resta in carcere per il rischio che possa fuggire e che possa reiterare il reato. Così il gip Antonio Pezzuti che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere. Pur essendo nato a Firenze, ritiene, il 21enne ha la cittadinanza giordana e un permesso di soggiorno che scade a dicembre. Non è escluso, è scritto nell'ordinanza, che "vistosi scoperto, possa decidere di aderire a movimenti islamici radicali, dandosi alla latitanza o addirittura arruolandosi in formazioni paramilitari".
Allo stato, precisa anche il gip, "deve ritenersi che l'azione dell'indagato non sia stata commessa senza il concorso, anche morale di altre persone o di organizzazioni che sicuramente presterebbero al medesimo appoggio e assistenza in caso di latitanza o anche di espatrio". Inoltre, nonostante il giovane viva e lavori in Italia, il gip ritiene necessario tener conto della "fortissima determinazione criminosa manifestata coni suoi gesti e principalmente con le sue rivendicazioni".
Il pericolo poi che possa commettere altri reati si desume dalle "specifiche modalità e circostanze" dell'attacco al consolato. Il giovane avrebbe utilizzato, secondo il tribunale, due bottiglie incendiarie per "conferire al suo gesto un particolare valore simbolico che non sarebbe stato raggiunto dalla esplosione di una sola". L'indagato avrebbe "programmato attentamente la sua azione criminosa alloggiando nei pressi del consolato già qualche giorno prima dell'attentato". Avrebbe lanciato le due molotov in pieno centro cittadino, di notte, in una zona aperta al traffico di pedoni e autovetture. Poi avrebbe "inviato ben tre diverse rivendicazioni per assicurarsi una diffusione delle stesse".
"E' lo stesso Dani - aggiunge il gip - a spiegare nelle sue rivendicazioni che è intenzione sua e dei suoi sodali commettere altre 49 operazioni contro obiettivi sionisti in Italia e che l'attacco al consolato è stato solo un 'avvertimento'", indicando infine anche "una lista dei primi 50 obiettivi in Italia da colpire". Ancora si rileva che l'indagato "è l'amministratore del canale Telegram 'The Whole World is Hamas' chiaramente inneggiante alla lotta armata".
Allo stato, precisa anche il gip, "deve ritenersi che l'azione dell'indagato non sia stata commessa senza il concorso, anche morale di altre persone o di organizzazioni che sicuramente presterebbero al medesimo appoggio e assistenza in caso di latitanza o anche di espatrio". Inoltre, nonostante il giovane viva e lavori in Italia, il gip ritiene necessario tener conto della "fortissima determinazione criminosa manifestata coni suoi gesti e principalmente con le sue rivendicazioni".
Il pericolo poi che possa commettere altri reati si desume dalle "specifiche modalità e circostanze" dell'attacco al consolato. Il giovane avrebbe utilizzato, secondo il tribunale, due bottiglie incendiarie per "conferire al suo gesto un particolare valore simbolico che non sarebbe stato raggiunto dalla esplosione di una sola". L'indagato avrebbe "programmato attentamente la sua azione criminosa alloggiando nei pressi del consolato già qualche giorno prima dell'attentato". Avrebbe lanciato le due molotov in pieno centro cittadino, di notte, in una zona aperta al traffico di pedoni e autovetture. Poi avrebbe "inviato ben tre diverse rivendicazioni per assicurarsi una diffusione delle stesse".
"E' lo stesso Dani - aggiunge il gip - a spiegare nelle sue rivendicazioni che è intenzione sua e dei suoi sodali commettere altre 49 operazioni contro obiettivi sionisti in Italia e che l'attacco al consolato è stato solo un 'avvertimento'", indicando infine anche "una lista dei primi 50 obiettivi in Italia da colpire". Ancora si rileva che l'indagato "è l'amministratore del canale Telegram 'The Whole World is Hamas' chiaramente inneggiante alla lotta armata".
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)
Attiva i cookies
Attiva i cookies