Gli asportano un tumore che credevano maligno ma invece era benigno, paziente perde gran parte delle funzionalità di braccio destro e mano destra, il medico viene condannato al risarcimento. I fatti risalgono al 2018 quando un medico dell’azienda ospedaliera universitaria senese decide di asportare dal braccio destro di un paziente una formazione tumorale che riteneva di tipo maligno e quindi estremamente pericolosa.
Durante l’intervento, inoltre, il medico si accorge che il tumore aderiva al nervo radiale, e ha optato per la resezione del nervo stesso, determinando, così, una gravissima ed irreversibile compromissione della funzionalità e dell’uso del braccio e della mano destra del paziente.
Ma dalle risultanze processuali è emerso che non era necessario correre questo tipo di rischi perché appunto il tumore si è poi dimostrato essere benigno “come risultava evidente da alcuni esami”, scrivono i giudici: «tale asportazione non doveva essere consigliata, ma anzi evitata, vista la possibile conseguenza di perdita della funzionalità̀ della mano e per non aver informato il paziente di tale possibile complicanza, che avrebbe portato il paziente a rifiutare l’intervento».
Negli anni seguenti l’ospedale aveva poi trovato un accordo transattivo con il paziente che aveva sporto denuncia pagandogli il pattuito ma successivamente aveva segnalato i fatti alla Corte dei Conti che nei giorni scorsi ha condannato il chirurgo a pagare 80mila euro di risarcimento al nosocomio senese. Per i giudici contabili, infatti, dopo alcune perizie, la scienza medica avrebbe suggerito di evitare o quanto meno differire l’intervento e effettuarlo in altre modalità, sia per la situazione di fatto sia tenendo conto delle condizioni generali del paziente, dell’età avanzata e delle molteplici patologie cardiache e renali da cui era affetto, che avrebbero ulteriormente sconsigliato la soluzione chirurgica.
É emersa in giudizio quindi la colpa grave del dottore «per chiare connotazioni di negligenza, imprudenza e imperizia manifestate lungo tutto il percorso decisionale, dalle considerazioni iniziali connesse all’esecuzione dell’intervento a valle di chiare connotazioni di benignità della lesione».
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