Dalla prepotenza all’emarginazione a scuola, dalla violenza fisica agli insulti sui social network: anche in Toscana è allarma per la diffusione del bullismo non più e non solo tra i banchi di scuola ma, ormai sempre più spesso, nelle chat e sui social network.
E a farne le spese sono i ragazzi più fragili che hanno meno mezzi per potersi difendere e riprendere dai comportamenti aggressivi subìti.
A lanciare l’allarme sulla diffusione del bullismo a scuola è uno studio presentato dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa ripreso questa mattina dal quotidiano Il Tirreno.
Secondo i dati dello studio, in Toscana sono attivi circa 50mila cyberbulli e sarebbero vittime di comportamenti aggressivi e prevaricatori almeno 81mila studenti: a questi, la maggior parte sono maschi ma il fenomeno è in aumento anche tra le femmine.
Secondo quanto riportato il quotidiano, il bullismo si distingue a seconda del genere: tra i maschi sono più diffusi l’insulto sui social e la minaccia diretta, mentre tra le femmine l’esclusione dai gruppi (online) e la pubblicazione di fotografie.
A preoccupare è la dimensione del fenomeno, dato che, scrive il quotidiano, un quarto delle persone intervistate per la realizzazione dello studio ha ammesso sia di compiere che di ricevere atti di bullismo. Una vera e propria spirale di violenza che non fa altro che generare paura e rancore nelle vittime, che a quel punto se la rifanno con altre persone per sfogare il risentimento.
Le conseguenze per la salute, sia fisica che psicologica, possono essere molto gravi, a partire dallo sviluppare difficoltà a relazionarsi con gli altri fino a sviluppare comportamenti antisociali gravi come la dipendenza da smartphone, abuso di sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo, ma anche sviluppare forme di isolamento molto gravi.
Per cercare di arginare il fenomeno la dirigente di ricerca Cnr-Ifc Sabrina Molinaro spiega al quotidiano che necessario è aumentare la consapevolezza pubblica e lavorare per creare uno spazio online che sia sicuro e accogliente.
E a farne le spese sono i ragazzi più fragili che hanno meno mezzi per potersi difendere e riprendere dai comportamenti aggressivi subìti.
A lanciare l’allarme sulla diffusione del bullismo a scuola è uno studio presentato dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa ripreso questa mattina dal quotidiano Il Tirreno.
Secondo i dati dello studio, in Toscana sono attivi circa 50mila cyberbulli e sarebbero vittime di comportamenti aggressivi e prevaricatori almeno 81mila studenti: a questi, la maggior parte sono maschi ma il fenomeno è in aumento anche tra le femmine.
Secondo quanto riportato il quotidiano, il bullismo si distingue a seconda del genere: tra i maschi sono più diffusi l’insulto sui social e la minaccia diretta, mentre tra le femmine l’esclusione dai gruppi (online) e la pubblicazione di fotografie.
A preoccupare è la dimensione del fenomeno, dato che, scrive il quotidiano, un quarto delle persone intervistate per la realizzazione dello studio ha ammesso sia di compiere che di ricevere atti di bullismo. Una vera e propria spirale di violenza che non fa altro che generare paura e rancore nelle vittime, che a quel punto se la rifanno con altre persone per sfogare il risentimento.
Le conseguenze per la salute, sia fisica che psicologica, possono essere molto gravi, a partire dallo sviluppare difficoltà a relazionarsi con gli altri fino a sviluppare comportamenti antisociali gravi come la dipendenza da smartphone, abuso di sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo, ma anche sviluppare forme di isolamento molto gravi.
Per cercare di arginare il fenomeno la dirigente di ricerca Cnr-Ifc Sabrina Molinaro spiega al quotidiano che necessario è aumentare la consapevolezza pubblica e lavorare per creare uno spazio online che sia sicuro e accogliente.
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