Per far fronte ai costi da sostenere per gli interventi degli adeguamenti necessari l’azienda ha deciso di percorrere la strada della gestione affidata ai privati

L’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (Ardsu) apre le porte alla collaborazione con i privati per la gestione delle residenze universitarie regionali, anche se, riporta il quotidiano La Repubblica Firenze, non si tratta di un totale affidamento del servizio ai privati quanto, piuttosto, di una soluzione in via sperimentale per far fronte ai costi importanti per la ristrutturazione e l’ammodernamento delle residenze per gli studenti.

Gli interventi per i quali l’Ardsu chiede la collaborazione dei privati consistono, infatti, in efficientamento energetico, ristrutturazione di locali e strutture e, in generale, ammodernamento degli spazi: in Toscana al momento ci sono undici studentati pubblici, quattro die quali a Firenze, quattro a Pisa e tre a Siena.

Per quanto riguarda Firenze, racconta il quotidiano, ad aver più bisogno di interventi è la residenza Calamandrei, in viale Morgagni, per la quale gli studenti lamentano le infiltrazioni nella sala cinema, l’inagibilità dei bagni della Torre B e i problemi con la raccolta dei rifiuti, ma anche le altre residenze fiorentine del Cipressino e Ater hanno bisogno di interventi: solo la residenza Sassoli si salva.

Interventi sono necessari anche alle tre residenze senesi Mattioli, San Marco e Sperandie, e a tre delle quattro pisane, ovvero Nettuno, Don Bosco e Fascetti (non sembra averne bisogno la San Cataldo).
In totale, spiega il quotidiano, gli interventi ipotizzati sulle residenze toscane ammontano a circa 38 milioni di euro, una cifra che l’Ardsu punta a mettere assieme aprendo alla gestione dei privati senza però intaccare le tariffe con cui attualmente l’azienda le offre a studenti e docenti.
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