"Ora basta con i rinvii. La Toscana aspetta senza ritardi le centinaia di milioni per la sanità pubblica che il governo gli ha bloccato alla fine dello scorso anno, impedendo alla Regione di metterli a bilancio". Con queste parole, il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Vincenzo Ceccarelli, commenta la sentenza della Corte Costituzionale con cui, spiega una nota, "si conferma la legittimità del cosiddetto payback dovuto dalle aziende fornitrici della sanità pubblica".
La Consulta, si spiega, "ha rilevato che il payback presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole in riferimento all'articolo 41 della Costituzione in quanto pone a carico delle imprese un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico finanziaria di grave difficoltà".
"Con ben due sentenze, la Consulta libera il campo da ogni equivoco - prosegue Ceccarelli - confermando che bene facevano le Regioni, come la Toscana, a pretendere di vedersi riconoscere quanto previsto da una legge dello Stato, soprattutto in un momento nel quale è ancora più importante investire convintamente in sanità. Ora ci aspettiamo che il Governo tragga le necessarie conseguenze dalla sentenza e sostenga l'azione delle regioni, anziché ostacolarla in ogni modo".
"La Toscana aveva ragione e dopo la sentenza il Governo deve intervenire. L'addizionale Irpef ci ha permesso di evitare il baratro", commenta poi il responsabile sanità del Pd Toscana Marco Niccolai
"Il Governo Meloni - prosegue - a questo punto non ha più alibi nel continuare con i suoi atteggiamenti pilateschi sulla vicenda payback: individui una giusta soluzione nel solco della sentenza della Consulta che assicuri alle Regioni di avere quanto spetta loro, perché questi fondi sono essenziali per garantire i servizi resi ai cittadini. Nessuno voleva e vuole una crociata contro le imprese di dispositivi medici, cosa diversa è fare come ha fatto finora il Governo, ovvero girarsi dall'altra parte e lasciare tutte le Regioni, in primis la Toscana, a trovarsi nella singolare situazione di non poter iscrivere in bilancio un credito fondato. Schillaci segua subito l'esempio di Roberto Speranza, che ebbe il buon senso di riconoscere alle Regioni quanto dovuto in virtù di una legge".
La Consulta, si spiega, "ha rilevato che il payback presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole in riferimento all'articolo 41 della Costituzione in quanto pone a carico delle imprese un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico finanziaria di grave difficoltà".
"Con ben due sentenze, la Consulta libera il campo da ogni equivoco - prosegue Ceccarelli - confermando che bene facevano le Regioni, come la Toscana, a pretendere di vedersi riconoscere quanto previsto da una legge dello Stato, soprattutto in un momento nel quale è ancora più importante investire convintamente in sanità. Ora ci aspettiamo che il Governo tragga le necessarie conseguenze dalla sentenza e sostenga l'azione delle regioni, anziché ostacolarla in ogni modo".
"La Toscana aveva ragione e dopo la sentenza il Governo deve intervenire. L'addizionale Irpef ci ha permesso di evitare il baratro", commenta poi il responsabile sanità del Pd Toscana Marco Niccolai
"Il Governo Meloni - prosegue - a questo punto non ha più alibi nel continuare con i suoi atteggiamenti pilateschi sulla vicenda payback: individui una giusta soluzione nel solco della sentenza della Consulta che assicuri alle Regioni di avere quanto spetta loro, perché questi fondi sono essenziali per garantire i servizi resi ai cittadini. Nessuno voleva e vuole una crociata contro le imprese di dispositivi medici, cosa diversa è fare come ha fatto finora il Governo, ovvero girarsi dall'altra parte e lasciare tutte le Regioni, in primis la Toscana, a trovarsi nella singolare situazione di non poter iscrivere in bilancio un credito fondato. Schillaci segua subito l'esempio di Roberto Speranza, che ebbe il buon senso di riconoscere alle Regioni quanto dovuto in virtù di una legge".
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