Qui non ci sono negozianti stanchi, in là con gli anni senza successione, o compratori con offerte irrinunciabili e dunque la realtà è ancora più amara perché si tratta di mala gestione che ha portato alla chiusura con tanto di decreto ingiuntivo di Stavini, nel viale Fratelli Rosselli.
Nell’augurarsi che almeno i dipendenti lasciati senza lavoro abbiano quanto di loro spettanza e che i creditori siano almeno in parte soddisfatti, cosa di cui dubitiamo fortemente, resta la quasi rassegnata malinconia per l’addio a qualcosa che era più di un negozio per almeno tre generazioni di ragazzi innamorati dello scooter e della moto.
“Si va da Stavini a prendere il casco”, “Chissà se da Stavini sono arrivati i nuovi guanti invernali”, e via andare, fino ad arrivare a quasi mezzo secolo fa, quando Stavini era la fucina pressoché inesauribile di adesivi che regalava a piene mani a chi li collezionava.
Sì, perché un tempo, senza smartphone e con soli due canali in televisione, ci si divertiva anche ad accumulare e appiccicare sui diari o in camera i nomi delle marche di moto e di abbigliamento motociclistico.
Da tempo gli adesivi sono spariti e adesso è sparito anche Stavini con la tristezza di temere di vedere al suo posto l’ennesimo ristorante giapponese.
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