L’ondata di maltempo e l’alluvione di metà marzo hanno duramente colpito il territorio di Sesto Fiorentino, che ha subito la piena del torrente Rimaggio, ma anche di Calenzano e Carmignano, oltre che a farsi sentire anche a Campi Bisenzio.
Per questo motivo, assieme all’associazione Grasp Alterpiana, hanno deciso di rilanciare e promuovere il progetto dell’Alleanza per l’Ecosistema Metropolitano per portare avanti interventi di consolidamento e messa in sicurezza di un territorio definito “di grande fragilità eppure contemporaneamente ancora ricco e vitale”: il primo passo è la firma di un protocollo per aumentare l’impegno degli enti coinvolti.
Il progetto prende avvio dalla constatazione dell’insufficienza degli attuali strumenti giuridici e organizzativi in possesso delle amministrazioni locali per governare un fenomeno, quello dei cambiamenti climatici e della sempre maggiore vulnerabilità dei territori di fronte agli eventi estremi, che orami non può essere più ridotto al rango di semplice ondata di maltempo.
I Comuni della Piana e l’associazione Grasp propongono di cambiare radicalmente approccio, abbracciandone uno più scientifico, basato cioè sui risultati di studi e ricerche, e più ampio possibile, tale cioè da ricomprendere al suo interno non solo la nozione di ecosistema come riferito solo agli elementi naturali, ma anche, e soprattutto, umano e sociale.
Per questo “Pensiamo allora che sia opportuno e necessario affrontare la questione ecosistemica nella sua complessità, proprio in questa fase di sua rapida trasformazione, secondo tutti i punti di vista, ambientale, sociale e della persona, ed in particolare dei loro rapporti (e ostacoli) relazionali”: a tal proposito, enti e associazione propongono diverse azioni per superare l’attuale assetto.
L’obiettivo dell’alleanza, si spiega in una nota, “è la riscoperta del proprio Ambiente di Vita, la sua cura, la sua evoluzione, appartenente a un più vasto Ecosistema. Esso sarà riconosciuto curato e vivificato sia in sé che nel Sistema Ecologico vasto di pianura e di collina, anche come produttore di cibo sano e genuino per tutta la collettività, fino ad essere riconosciuto come Bene Comune”.
Innanzitutto, la richiesta a Stato e Regione è di intervenire su corsi d’acqua e terreni con interventi di manutenzione straordinaria per recuperarne il reciproco equilibrio messo in crisi dalla rapida e densa urbanizzazione dell’area. Poi, riscoprire l’area umida e coltivata che possa sopportare eventuali esondazioni e, infine, di promuovere un approccio integrato fra i vari ecosistemi di zona, da quello fluviale alla collina, dalla città fino alla montagna, ripensando, soprattutto, il sistema di mobilità organizzato nella zona.Condividi
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