La Repubblica Firenze questa mattina riporta che il Tribunale di Firenze ha respinto la richiesta di risarcimento avanzata dalla moglie di Giandomenico Iannucci, il primo medico deceduto per Covid in Toscana.
Come spiega il quotidiano, quello del dottor Iannucci, che operava come medico di famiglia tra Scarperia e San Piero, non può essere considerato un infortunio sul lavoro, nonostante il fatto che la malattia fu contratta in occasione dello svolgimento delle proprie mansioni.
Nel riassumere la vicenda processuale, Repubblica spiega che per i giudici non si può parlare di infortunio sul lavoro, poiché mancano i requisiti della “violenza esterna” e “dell’evento traumatico” che determina una lesione esterna riscontrabile: nel caso del dottor Iannucci, i sintomi della malattia si erano manifestati dopo qualche giorno.
Inoltre, in quanto medico di famiglia, e quindi libero professionista, il dottor Iannucci non rientrava nelle coperture introdotte dal Governo a tutela dei sanitari impegnati, a quei tempi, in una lotta serrata contro il virus, ed era quindi coperto solo ed esclusivamente da assicurazione privata.
La decisione ha lasciato molta amarezza nella famiglia del medico, che per mezzo del proprio legale ha già annunciato di star valutando il ricorso: Repubblica spiega che in Italia diversi casi simili sono stati risolti in maniera contraria a quanto fatto dal tribunale di Firenze, e quindi la speranza è di ribaltare l’esito del primo grado.
Come spiega il quotidiano, quello del dottor Iannucci, che operava come medico di famiglia tra Scarperia e San Piero, non può essere considerato un infortunio sul lavoro, nonostante il fatto che la malattia fu contratta in occasione dello svolgimento delle proprie mansioni.
Nel riassumere la vicenda processuale, Repubblica spiega che per i giudici non si può parlare di infortunio sul lavoro, poiché mancano i requisiti della “violenza esterna” e “dell’evento traumatico” che determina una lesione esterna riscontrabile: nel caso del dottor Iannucci, i sintomi della malattia si erano manifestati dopo qualche giorno.
Inoltre, in quanto medico di famiglia, e quindi libero professionista, il dottor Iannucci non rientrava nelle coperture introdotte dal Governo a tutela dei sanitari impegnati, a quei tempi, in una lotta serrata contro il virus, ed era quindi coperto solo ed esclusivamente da assicurazione privata.
La decisione ha lasciato molta amarezza nella famiglia del medico, che per mezzo del proprio legale ha già annunciato di star valutando il ricorso: Repubblica spiega che in Italia diversi casi simili sono stati risolti in maniera contraria a quanto fatto dal tribunale di Firenze, e quindi la speranza è di ribaltare l’esito del primo grado.
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