"La morte tragica dei nostri fratelli per il crollo della trave nel cantiere di via Mariti non è abbandonata a sé stessa, ma entra nella morte del Crocifisso e diventa quindi promessa di risurrezione. Gesù piange insieme a noi la morte di Mohamed, Luigi, Taoufik, Mohamed e Bouzekri, vittime innocenti, strappate alla vita mentre erano sul posto di lavoro, ambito in cui rispetto della vita, della sicurezza e della dignità della persona dovrebbero essere imprescindibili". Così l'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nell'omelia della messa nel trigesimo della morte dei cinque operai nel cantiere di via Mariti, celebrata nella chiesa dell'Ascensione di nostro signore Gesù Cristo, situata proprio vicino al luogo dell'incidente.
Molti i fedeli che hanno partecipato alla funzione e che hanno pregato per gli operai morti, più volte chiamati "fratelli" durante la messa "Il lavoro è una componente essenziale della dignità umana - ha aggiunto - non soltanto per questioni di natura economica, ma perché attraverso di esso ciascuno è capace di vivere nel presente questo desiderio di eternità. Ogni negligenza nel garantire sicurezza e tutela ai lavoratori è un modo di ferire, fino anche a uccidere, non solo la fisicità della persona, ma anche quel desiderio di pienezza che alberga nel cuore di ogni uomo e donna; quel desiderio di cose grandi a cui aspira ogni persona che, nella fatica di ogni giorno, si reca al lavoro"
Betori ha invitato "ciascuno a sentire Gesù vicino a noi, piangere accanto a noi per i nostri morti, richiamando con questo alle responsabilità perché a ogni livello - nella legislazione, nell'organizzazione del lavoro, nell'accuratezza dei controlli - sia salvaguardato il primato della persona rispetto a ogni altro interesse".
Molti i fedeli che hanno partecipato alla funzione e che hanno pregato per gli operai morti, più volte chiamati "fratelli" durante la messa "Il lavoro è una componente essenziale della dignità umana - ha aggiunto - non soltanto per questioni di natura economica, ma perché attraverso di esso ciascuno è capace di vivere nel presente questo desiderio di eternità. Ogni negligenza nel garantire sicurezza e tutela ai lavoratori è un modo di ferire, fino anche a uccidere, non solo la fisicità della persona, ma anche quel desiderio di pienezza che alberga nel cuore di ogni uomo e donna; quel desiderio di cose grandi a cui aspira ogni persona che, nella fatica di ogni giorno, si reca al lavoro"
Betori ha invitato "ciascuno a sentire Gesù vicino a noi, piangere accanto a noi per i nostri morti, richiamando con questo alle responsabilità perché a ogni livello - nella legislazione, nell'organizzazione del lavoro, nell'accuratezza dei controlli - sia salvaguardato il primato della persona rispetto a ogni altro interesse".
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