Nella giornata di ieri la Commissione urbanistica del Comune di Firenze ha approvato il Poc che recepisce, fra le altre cose, anche lo stop alle nuove locazioni turistiche brevi nel centro storico di Firenze: una misura, ha spiegato il presidente della Commissione Renzo Pampaloni, che “diventerà il documento di riferimento per lo sviluppo sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale della Firenze del prossimo decennio”.
Tuttavia, scrive questa mattina La Nazione, con le osservazioni presentate alla variante affitti brevi da parte delle società Hines e Namira Sgr, si è deciso di non bloccare i lavori per la realizzazione di circa trecento appartamenti destinati ai turisti all’ex Teatro Comunale e all’ex Palazzo della Cassa di Risparmio di Firenze.
La decisione, sottolinea il quotidiano, potrebbe sembrare paradossale, dato che con il nuovo Poc si decide espressamente di bloccare le nuove locazioni turistiche in centro: ma, ha spiegato l’assessora all’Urbanistica del Comune di Firenze Caterina Biti, le convenzioni con le due società sono state stipulate ben prima della delibera approvata da Palazzo Vecchio, il Comune si sarebbe esposto al rischio di una vera e propria battaglia legale che, probabilmente, lo avrebbe visto soccombente e costretto a risarcimenti molto pesanti.
Come spiega il quotidiano, la convenzione per gli spazi dell’ex Teatro Comunale risale al 2019 e il suo obiettivo originario era quella di restituire spazio alla residenza; al 2017 risale invece la convenzione per l’ex Palazzo della Cassa di Risparmio, un’altra operazione messa in campo dal Comune per riportare residenti in centro e che, originariamente, faceva parte di un più ampio progetto di rilancio dell’area di piazza Brunelleschi.
Con il recepimento delle osservazioni presentate dalle due società, il progetto di realizzare nuovi appartamenti destinati all’affitto breve potrà proseguire.
Sul punto, riporta La Nazione, è intervenuta anche la consigliera comunale e capogruppo di Firenze Democratica Cecilia Del Re, che ha criticato la scelta fatta dal Comune ricordando che, almeno inizialmente, l’operazione si riferiva all’uso residenziale.
Sul tema della residenzialità in città e sulle sempre crescenti difficoltà che cittadini e lavoratori incontrano, La Nazione intervista anche un commerciante ortofrutticolo di Santo Spirito, la cui opinione, resa non senza costernazione, è netta: o si cerca un equilibrio o “si rischia di radere al suolo l’identità della città”.
Tuttavia, scrive questa mattina La Nazione, con le osservazioni presentate alla variante affitti brevi da parte delle società Hines e Namira Sgr, si è deciso di non bloccare i lavori per la realizzazione di circa trecento appartamenti destinati ai turisti all’ex Teatro Comunale e all’ex Palazzo della Cassa di Risparmio di Firenze.
La decisione, sottolinea il quotidiano, potrebbe sembrare paradossale, dato che con il nuovo Poc si decide espressamente di bloccare le nuove locazioni turistiche in centro: ma, ha spiegato l’assessora all’Urbanistica del Comune di Firenze Caterina Biti, le convenzioni con le due società sono state stipulate ben prima della delibera approvata da Palazzo Vecchio, il Comune si sarebbe esposto al rischio di una vera e propria battaglia legale che, probabilmente, lo avrebbe visto soccombente e costretto a risarcimenti molto pesanti.
Come spiega il quotidiano, la convenzione per gli spazi dell’ex Teatro Comunale risale al 2019 e il suo obiettivo originario era quella di restituire spazio alla residenza; al 2017 risale invece la convenzione per l’ex Palazzo della Cassa di Risparmio, un’altra operazione messa in campo dal Comune per riportare residenti in centro e che, originariamente, faceva parte di un più ampio progetto di rilancio dell’area di piazza Brunelleschi.
Con il recepimento delle osservazioni presentate dalle due società, il progetto di realizzare nuovi appartamenti destinati all’affitto breve potrà proseguire.
Sul punto, riporta La Nazione, è intervenuta anche la consigliera comunale e capogruppo di Firenze Democratica Cecilia Del Re, che ha criticato la scelta fatta dal Comune ricordando che, almeno inizialmente, l’operazione si riferiva all’uso residenziale.
Sul tema della residenzialità in città e sulle sempre crescenti difficoltà che cittadini e lavoratori incontrano, La Nazione intervista anche un commerciante ortofrutticolo di Santo Spirito, la cui opinione, resa non senza costernazione, è netta: o si cerca un equilibrio o “si rischia di radere al suolo l’identità della città”.
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