Ricordiamo l'inizio di tutto quanto col massacro del 7 ottobre da cui poi scaturita la guerra terribile che avvelenato quest'anno per tutto il mondo e che purtroppo non sembra non sembra finire". Lo ha detto a Bitonto (Ba) Enrico Fink, compositore alla guida della Comunità ebraica di Firenze, a margine del festival "Di voce in voce".
"Adesso si allarga anche in fronte l'angoscia è tanta - dice ancora Fink -, si vive cosi' in un periodo veramente complicato. Idealmente vorremmo che noi, che viviamo lontano dai territori del conflitto, fossimo capaci di costruire ponti, di ragionare".
E spiega: "Ci proviamo, in parte ci riusciamo anche nel mondo dell'arte a costruire percorsi insieme. Ma anche spesso le comunita' religiose, non sempre non in tutti i luoghi. Io vengo da una realta' abbastanza fortunata, quella di Firenze, dove siamo riusciti a costruire un bel dialogo, anche in momenti molto difficili, con rispetto tra la comunita' ebraica e la comunita' islamica, cercando di costruire qui, dove non abbiamo motivo di paura per il nostro domani, costruire cosi' la base di quello che e' l'elemento per costruire la pace".
Il capo della comunità ebraica Fiorentina conclude: "C'e' il riconoscimento dell'altro delle ragioni dell'altro, del diritto dell'altro. Questo e' quello che che manca ovunque, ma in particolare manca in quelle terre martoriate, manca il riconoscimento da tutte e due le parti dei dolori, delle sofferenze e dei diritti dell'altra parte. Ci sono due diritti in quelle terre, in particolare se pensiamo al conflitto a Gaza, il conflitto in Libano e' un'altra cosa e il conflitto con l'Iran tutt'altra ancora: questa ferita si ricomporra' il giorno che finalmente riusciremo ad avere due popoli e due due Stati in quelle terre."
"Adesso si allarga anche in fronte l'angoscia è tanta - dice ancora Fink -, si vive cosi' in un periodo veramente complicato. Idealmente vorremmo che noi, che viviamo lontano dai territori del conflitto, fossimo capaci di costruire ponti, di ragionare".
E spiega: "Ci proviamo, in parte ci riusciamo anche nel mondo dell'arte a costruire percorsi insieme. Ma anche spesso le comunita' religiose, non sempre non in tutti i luoghi. Io vengo da una realta' abbastanza fortunata, quella di Firenze, dove siamo riusciti a costruire un bel dialogo, anche in momenti molto difficili, con rispetto tra la comunita' ebraica e la comunita' islamica, cercando di costruire qui, dove non abbiamo motivo di paura per il nostro domani, costruire cosi' la base di quello che e' l'elemento per costruire la pace".
Il capo della comunità ebraica Fiorentina conclude: "C'e' il riconoscimento dell'altro delle ragioni dell'altro, del diritto dell'altro. Questo e' quello che che manca ovunque, ma in particolare manca in quelle terre martoriate, manca il riconoscimento da tutte e due le parti dei dolori, delle sofferenze e dei diritti dell'altra parte. Ci sono due diritti in quelle terre, in particolare se pensiamo al conflitto a Gaza, il conflitto in Libano e' un'altra cosa e il conflitto con l'Iran tutt'altra ancora: questa ferita si ricomporra' il giorno che finalmente riusciremo ad avere due popoli e due due Stati in quelle terre."
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