La Fiorentina sogna di alzare al cielo la Conference

Missione compiuta. La Fiorentina elimina il Bruges, raggiunge la Finale di Conference League per la seconda volta di fila, mantiene vive le speranze di riprendersi quello che lasciò a Praga un anno fa e può ancora provare a scrivere la storia. Manca solo un ultimo step, ad Atene: vincere. Il digiuno di trofei dura da tanto tempo, troppo per un club che nella sua storia non ha mai vissuto astinenze così lunghe. Dopo aver dovuto sopportare la doppia beffa dell’anno scorso, con due finali perse, è arrivato il momento di prendersi la rivincita.
 
Per Firenze, per Barone e per la Fiorentina. Questo spogliatoio ha avuto chiaro l’obiettivo sin da quel fischio finale di Praga di un anno fa. La missione era chiara: riprovarci. Quando il dg viola è venuto a mancare, poi, l’obiettivo è divenuto ‘patto’. E se questo gruppo dovesse tornare da Atene con quella coppa…
 
Il calcio, poi, ci mette del suo raccontando storie che non avvengono in nessun altro ambito sportivo, forse neanche nella vita. Se qualcuno, dieci giorni fa, avesse anche solo pensato che Nzola sarebbe stato decisivo per andare in Finale, due volte, entrando allo scadere all’andata e buttando dentro il gol del 3-2 e al ritorno prendendosi il rigore dell’1-1, sarebbe probabilmente stato messo al rogo come eretico. E invece così è accaduto. Capita anche che Terracciano viva fino al 93’ una delle sue peggiori serate, sbagli di tutto, metta il Bruges in condizione di segnare il gol che stava mandando all’inferno la Fiorentina ma poi, all’ultimo istante, faccia una parata pazzesca che lo trasforma da carnefice in eroe. Che dire, poi, dei legni in serie colpiti anche in Belgio dalla Fiorentina? Traverse, pali…fino all’episodio: un rigore, tutt’altro che una formalità per una squadra che nel 2024 ne ha sbagliati in serie, ma che Beltran, uno dei peggiori in campo fino a quel momento, ha trasformato mandando la Fiorentina ad Atene. E questo è il calcio.
 
Ora l’ultima tappa. C’è tanta voglia di gioire, perché un altro triste epilogo ribalterebbe tutto quanto raccontato in precedenza. E sinceramente non se lo merita la Fiorentina e non se lo merita Firenze.

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