Una lettera a sindaci, consigli comunali e gruppi consiliari della Toscana con la richiesta di approvare urgentemente una mozione e mettere al bando i cosiddetti 'inquinanti eterni', ovvero le sostanze alchiliche per- e polifluorurate (Pfas), un gruppo di oltre 10 mila molecole di sintesi, non presenti in natura, utilizzate in numerosi processi industriali e per la realizzazione di molti prodotti di uso comune. A firmarla 70 associazioni che chiedono ai Comuni toscani di deliberare per chiedere al governo di proibire l'uso di questi inquinanti.
I Pfas, spiega una nota, sono definiti "inquinanti eterni per la loro stabilità chimica impossibile da degradare, possono percorrere lunghe distanze nell'ambiente (es. attraverso l'aria, l'acqua, la polvere….), entrare nella catena alimentare e persistere anche nell'organismo umano senza subire alcuna degradazione. Hanno effetti nocivi sul fegato, sulla tiroide, provocano obesità, infertilità e cancro, sono interferenti endocrini e possono essere trasmessi dalla madre al nascituro durante la gravidanza e con il latte materno durante l'allattamento, come accade anche per le diossine e furani."
In Italia manca una legge nazionale che limiti o meglio vieti la presenza di Pfas nelle acque potabili e solo dal gennaio 2026 entrerà in vigore la direttiva europea 2184/2020 che limita a 100 ng/l (nanogrammi per litro), la somma di 24 molecole appartenenti all'ampio gruppo di queste sostanze.
I firmatari ricordano che "in base ai dati raccolti da Arpat in Toscana nel 2022, i Pfas erano presenti nel 76% delle acque superficiali, nel 36% delle acque sotterranee e nel 56% dei campioni di biota (animali) monitorati e in considerazione che Arpat monitora abitualmente solo le sei molecole incluse nei decreti già vigenti in Italia, ci sembra che il dato potrebbe essere preoccupante".
I Pfas, spiega una nota, sono definiti "inquinanti eterni per la loro stabilità chimica impossibile da degradare, possono percorrere lunghe distanze nell'ambiente (es. attraverso l'aria, l'acqua, la polvere….), entrare nella catena alimentare e persistere anche nell'organismo umano senza subire alcuna degradazione. Hanno effetti nocivi sul fegato, sulla tiroide, provocano obesità, infertilità e cancro, sono interferenti endocrini e possono essere trasmessi dalla madre al nascituro durante la gravidanza e con il latte materno durante l'allattamento, come accade anche per le diossine e furani."
In Italia manca una legge nazionale che limiti o meglio vieti la presenza di Pfas nelle acque potabili e solo dal gennaio 2026 entrerà in vigore la direttiva europea 2184/2020 che limita a 100 ng/l (nanogrammi per litro), la somma di 24 molecole appartenenti all'ampio gruppo di queste sostanze.
I firmatari ricordano che "in base ai dati raccolti da Arpat in Toscana nel 2022, i Pfas erano presenti nel 76% delle acque superficiali, nel 36% delle acque sotterranee e nel 56% dei campioni di biota (animali) monitorati e in considerazione che Arpat monitora abitualmente solo le sei molecole incluse nei decreti già vigenti in Italia, ci sembra che il dato potrebbe essere preoccupante".
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