Stavolta non sono ammesse lamentele. Il Teatro del Maggio presenta con largo anticipo tutta la programmazione del 2025, compresa quella dell'87° Festival e lo fa con un calendario articolato e pressoché completo: io opere, 25 concerti, 2 balletti, l'opera per ragazzi con Venti Lucenti, le matinées domenicali per le famiglie (manca solo l'estate).
E si delinea anche una carrellata di direttori delle generazioni più recenti, quello che si suppone sia anche un osservatorio per individuare il prossimo direttore principale: Daniele Gatti, chiamato alla guida della Staatskapelle di Dresda e in predicato per lo stesso incarico alla Scala, lascerà infatti il Maggio, come da contratto, alla fine del 2024 e per il 2025 non è previsto l'arrivo di un direttore principale. Tocca ora al pubblico fare la sua parte, e rispondere con la presenza all'impegno dimostrato dal sovrintendente Carlo Fuortes e dalla squadra del Maggio in soli quattro mesi.
Alla presentazione (realizzata con strizzata d'occhio alla spettacolarità: il palcoscenico, con tutti i presenti seduti, scivola di lato fin davanti alla platea e alla galleria), l'atmosfera è di soddisfazione. Fuortes ringrazia più volte i lavoratori per averlo sostenuto in questa programmazione lampo, e precisa che il risultato «non è un punto d'arrivo, ma un importante traguardo intermedio».
Contenti anche la sindaca Sara Funaro, per la quale una programmazione così anticipata «agevolerà un maggior coinvolgimento del pubblico, anche turistico», e il governatore Giani: «il Maggio torna a essere protagonista», dice.
«Ci siamo ispirati alla tradizione storica del Maggio - continua Fuortes - che risale alle origini del Maggio, quando venivano riscoperte le opere del passato ma facendole rivivere con un linguaggio contemporaneo», come quello dei pittori-scenografi Casorati e De Chirico. Un teatro deve essere contemporaneo, capace di parlare al pubblico, con linguaggi interdisciplinari; popolare, per permettere a tutti di trovarvi motivi d'interesse; economicamente sostenibile: bisogna stare attenti a non fare il passo più lungo della gamba».
A inaugurare il Festival è Salome di Strauss, che al Maggio manca da trent'anni; nuovo l'allestimento, con il doppio debutto dell'inglese Alexander Soddy sul podio e, per la regia, di Emma Dante, che annuncia «uno spettacolo molto fantasioso e visionario». Rara la proposta di Der Junge Lord di Henze, opera comico-grottesca del 1966, che guarda all'opera buffa italiana e la deforma; la bacchetta è di Markus Stenz, lo spettacolo di Daniele Menghini. Viene invece da Monaco l'Aida con Mehta e la regia di Michieletto. Fra le bacchette dei concerti, Diego Ceretta, direttore dell'Ort, che sarà con i professori del Maggio per il War Requiem di Britten, Antonio Pappano con la London Symphony Orchestra, Michele Mariotti.
L'anno nuovo si aprirà con Fantasia Live in concert, con le musiche dal vivo (direttore Timothy Brock) e la proiezione dei film cartoon di Disney, e, parallelamente, balletti (con Les Ballets de Monte-Carlo), concerti, riprese di opere (Rigoletto, Norma); e dopo il Festival, I pescatori di perle con la regia di Wim Wenders, Lucrezia Borgia nel nuovo allestimento di Andrea Bernard, l'imperdibile Passione secondo Matteo di Bach diretta da Kent Nagano. A fine 2025, Muti ricorderà Vittorio Gui con il Requiem in do di Cherubini. Cheque i turni di abbonamento, più diversificati che in passato: fra questi, Tutto Maggio 2025, acquistabile in due rate.
Fonte: Corriere Fiorentino
E si delinea anche una carrellata di direttori delle generazioni più recenti, quello che si suppone sia anche un osservatorio per individuare il prossimo direttore principale: Daniele Gatti, chiamato alla guida della Staatskapelle di Dresda e in predicato per lo stesso incarico alla Scala, lascerà infatti il Maggio, come da contratto, alla fine del 2024 e per il 2025 non è previsto l'arrivo di un direttore principale. Tocca ora al pubblico fare la sua parte, e rispondere con la presenza all'impegno dimostrato dal sovrintendente Carlo Fuortes e dalla squadra del Maggio in soli quattro mesi.
Alla presentazione (realizzata con strizzata d'occhio alla spettacolarità: il palcoscenico, con tutti i presenti seduti, scivola di lato fin davanti alla platea e alla galleria), l'atmosfera è di soddisfazione. Fuortes ringrazia più volte i lavoratori per averlo sostenuto in questa programmazione lampo, e precisa che il risultato «non è un punto d'arrivo, ma un importante traguardo intermedio».
Contenti anche la sindaca Sara Funaro, per la quale una programmazione così anticipata «agevolerà un maggior coinvolgimento del pubblico, anche turistico», e il governatore Giani: «il Maggio torna a essere protagonista», dice.
«Ci siamo ispirati alla tradizione storica del Maggio - continua Fuortes - che risale alle origini del Maggio, quando venivano riscoperte le opere del passato ma facendole rivivere con un linguaggio contemporaneo», come quello dei pittori-scenografi Casorati e De Chirico. Un teatro deve essere contemporaneo, capace di parlare al pubblico, con linguaggi interdisciplinari; popolare, per permettere a tutti di trovarvi motivi d'interesse; economicamente sostenibile: bisogna stare attenti a non fare il passo più lungo della gamba».
A inaugurare il Festival è Salome di Strauss, che al Maggio manca da trent'anni; nuovo l'allestimento, con il doppio debutto dell'inglese Alexander Soddy sul podio e, per la regia, di Emma Dante, che annuncia «uno spettacolo molto fantasioso e visionario». Rara la proposta di Der Junge Lord di Henze, opera comico-grottesca del 1966, che guarda all'opera buffa italiana e la deforma; la bacchetta è di Markus Stenz, lo spettacolo di Daniele Menghini. Viene invece da Monaco l'Aida con Mehta e la regia di Michieletto. Fra le bacchette dei concerti, Diego Ceretta, direttore dell'Ort, che sarà con i professori del Maggio per il War Requiem di Britten, Antonio Pappano con la London Symphony Orchestra, Michele Mariotti.
L'anno nuovo si aprirà con Fantasia Live in concert, con le musiche dal vivo (direttore Timothy Brock) e la proiezione dei film cartoon di Disney, e, parallelamente, balletti (con Les Ballets de Monte-Carlo), concerti, riprese di opere (Rigoletto, Norma); e dopo il Festival, I pescatori di perle con la regia di Wim Wenders, Lucrezia Borgia nel nuovo allestimento di Andrea Bernard, l'imperdibile Passione secondo Matteo di Bach diretta da Kent Nagano. A fine 2025, Muti ricorderà Vittorio Gui con il Requiem in do di Cherubini. Cheque i turni di abbonamento, più diversificati che in passato: fra questi, Tutto Maggio 2025, acquistabile in due rate.
Fonte: Corriere Fiorentino
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