Monni: “Arrivati i soldi per le urgenze non per la riduzione dei rischi”

Illustrate oggi in Consiglio regionale le relazioni finali, di maggioranza e minoranza, della commissione consiliare d'inchiesta sugli eventi alluvionali dell'autunno 2023 in Toscana, che interessarono 100 comuni in sette province, presieduta da Elisa Tozzi (Fdi). La commissione, insediata a maggio 2024, ha tenuto 22 sedute e svolto 39 audizioni.
    
La commissione, in mancanza di un accordo, ha licenziato la relazione finale della maggioranza e respinto quella di minoranza, avanzata dal centrodestra, senza procedere a una relazione unitaria. Le relazioni sono state illustrate in aula da Tozzi, per quella di minoranza, e dal vicepresidente della commissione Francesco Gazzetti (Pd), per quella di maggioranza.

"Con la nostra relazione vogliamo dare un contributo propositivo - ha detto Gazzetti - per migliorare le azioni per la difesa del suolo, consapevoli che si tratta di una priorità alla luce dell'evidente cambiamento climatico e dei relativi effetti sui territori e sulle esistenze delle persone". I lavori della commissione, come si legge nel testo di maggioranza, hanno evidenziato "la impellente necessità di tutte le risorse economiche necessarie a realizzare tutto il sistema di interventi di riduzione del rischio idraulico ed idrogeologico", "interventi, anche strutturali, per la riduzione del rischio residuo nelle aree colpite dagli eventi calamitosi". Interventi che "ammontano, in termini economici, complessivamente a 1,1 miliardi euro".

    


Nel suo intervento Elisa Tozzi ha evidenziato
: "Rischio idrogeologico, messa in sicurezza del territorio e prevenzione sono emersi come temi centrali nell'ambito dell'attività della commissione di Inchiesta". Tozzi ha ricordato che "la struttura commissariale ha tutt'ora attiva la gestione dei mandati di pagamento inerenti i ristori conseguenti all'alluvione, che ancora oggi non hanno visto la totale evasione delle domande presentate".

Sui consorzi di bonifica, Tozzi ha ribadito la necessità che la loro attività sia oggetto "di un monitoraggio molto più stringente".

Per Tozzi "assieme alle grandi opere, oggi occorre predisporre soprattutto un piano straordinario di manutenzione del territorio", che consenta di accedere ai finanziamenti nazionali ed è "condivisibile avviare una riflessione con lo Stato perché sia possibile valutare la fattibilità di una diversa regolazione dell'Iva per beni e i servizi riconducibili alle categorie di interventi conseguenti ad eventi calamitosi dotati del riconoscimento di emergenza nazionale". La relazione di minoranza sottolinea "che l'utilizzo di tutti i poteri speciali riservati al commissario governativo per il rischio idrogeologico, oggi attivati solo in parte, potrebbe imprimere una svolta nella realizzazione delle opere connesse alla messa in sicurezza del territorio".

Secondo Tozzi, al termine della commissione, "non c'è stata convergenza principalmente sul tema delle risorse, anche perché è vero che c'è una richiesta della Regione al governo e all'Europa per circa un miliardo ma dal 2010, anno in cui è iniziato l'accordo di programma nazionale, sono arrivati 647 milioni".



"In Toscana abbiamo 77mila chilometri di argini, ci sono più chilometri di argini che di strade. La Toscana spende 200 milioni annui per manutenzioni e nuove opere, e i 677 milioni che il governo ha rivendicato di averci dato in 10 anni è una cifra importante ma lontana dal fabbisogno e dal passo che abbiamo scelto di tenere. Sono preoccupata del fatto che per le recenti alluvioni sono arrivate buona parte delle cifre per le somme urgenze, che sono 'cerotti', ma dei soldi per riduzione del rischio residuo ancora non sappiamo niente. Servirebbe un miliardo di euro ma se anche il governo non può darci questi soldi ci dica almeno su quanto risorse possiamo contare, perché si possa partire con alcune opere senza perdere tempo prezioso per i lavori".
Lo ha detto l'assessore tosano all'ambiente Monia Monni.
    
"Le opere vanno fatte per rispondere sempre meglio a questo nuovo modo di piovere ma non bastano - ha sottolineato - e non possiamo pensare di regimare tutto, perché le nostre città sono nate in un tempo e in una concezione che non prevedevano questo nuovo modo di piovere. Per noi la programmazione vale ancora di più dell'avere maggiori risorse, perché permette di sapere cosa fare e quando. I Piani di protezione civile devono essere aggiornati, devono essere semplici e accessibili ai cittadini".

Per Monni "serve un cambiamento di concezione, di paradigma, e chi ha amministro prima di noi lo ha fatto in un periodo diverso, senza avere la consapevolezza di oggi. Nelle città dobbiamo iniziare a pensare di restituire suolo, rendendolo permeabile".


Nel corso del dibattito in aula Marco Martini (Pd) ha sottolineato: "E' stato un lavoro importante per analizzare un evento alluvionale importante che non può più essere definito eccezionale considerati i numerosi eventi calamitosi che hanno riguardato la nostra regione. Bisogna limitare al massimo il consumo di nuovo solo e rispettare in modo più efficace l'ambiente. Si deve dare priorità agli interventi di messa in sicurezza dei territori per evitare danni ancora maggiori in futuro".


Per Maurizio Sguanci (Iv) "occorre una strategia complessiva, salvaguardare il suolo e costruire con criteri rispettosi dell'ambiente. Da oggi dobbiamo introdurre strategie e risorse nuove dal punto di vista politico e urbanistico per arrivare ad un sistema che porti ad una progressiva riduzione dei rischi".


"La commissione d'inchiesta sull'alluvione ha fatto un lavoro serio e rigoroso - ha detto Alessandro Capecchi (Fdi) - e ha messo in evidenza che oggi i cambiamenti climatici e gli eventi eccezionali a cui assistiamo trovano un territorio fragile, dove si è costruito troppo creando fenomeni evidenti di impermeabilizzazione. Per mettere abbastanza in sicurezza il nostro territorio credo che occorrerebbe trovare risorse per oltre un miliardo di euro. La politica regionale mette poche risorse sulla difesa del suolo e quindi diventa difficile chiedere maggiori risorse al governo centrale".


Secondo Cristina Giachi (Pd) "bisogna prendere atto dei cambiamenti in atto e occorrono nuove politiche di prevenzione e salvaguardia per costruire un futuro diverso e più gestibile".


A replicare a Capecchi Marco Niccolai (Pd): "Se la linea del governo nazionale è di finanziare solo le somme urgenze, siamo sostanzialmente di fronte a un venir meno del supporto per questi territori e ciò equivale a dire loro 'arrangiatevi'".

Per la presidente della commissione d'inchiesta Elisa Tozzi, insieme al capogruppo della Lega Elena Meini ed al capogruppo di Forza Italia Marco Stella, "la Toscana ha ricevuto 640 milioni di euro a partire dal 2010 per contrastare il rischio idrogeologico. Non è intellettualmente onesto scaricare la responsabilità sul Governo per la mancanza di opere infrastrutturali e di mitigazione del rischio".


Secondo la capogruppo M5s Irene Galletti "di fronte a eventi climatici sempre più estremi, è indispensabile rafforzare le politiche di prevenzione e dotare il territorio di strumenti adeguati. Per garantire risposte rapide ed efficaci a cittadini e imprese colpiti, è auspicabile la creazione di un fondo dedicato, con meccanismi snelli e trasparenti, in grado di intervenire senza ritardi".


Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)

Attiva i cookies