Sabato scorso Sara Cioni è andata al lavoro come tutte le mattine al bar accanto alla Misericordia, “La dispensa”. Si avvicina all’ingresso principale e già da lontano vede che c’è qualcosa che non va. Sulla porta, vicino alla maniglia, si apre una spaccatura più profonda, crepe e fratture tutto attorno. Lì vicino, il coperchio del tombino con cui due persone nella notte tra venerdì e sabato scorso hanno preso a colpi il vetro – rinforzato – dell’ingresso, attorno all’una e venti. Vetro che sì, ha retto, ma ne è uscito profondamente danneggiato. I danni stimati sono di circa tremila euro.
Sospira Cioni, ma è rassegnazione più che sorpresa. Quella non è mica la prima volta che vandalizzano o tentano di entrare all’interno del locale. «È il quinto episodio negli ultimi sei mesi», fa un rapido calcolo Cioni, che lì lavora come dipendente. In pratica un episodio ogni mese. «Le quattro volte precedenti – racconta – sono riusciti a introdursi nel locale, portando via più che altro diverse bottiglie, dei cioccolatini e qualche spicciolo rimasto in cassa». Insomma, niente di che in termini economici. Stavolta, la quinta, è diverso. Intanto «è la prima volta che tentano di entrare o comunque danneggiano in modo così importante questa porta, che è quella di ingresso principale ed è rinforzata», sottolinea Cioni.
Le altre volte, infatti, le spaccate si sono concentrate sulla porta a fianco, quella che serve per accedere alla sala in cui si pranza. In realtà neanche stavolta quell’accesso è stato risparmiato. Lì, sul vetro, sempre a ridosso della maniglia, si vedono diverse spaccature circolari, in questo caso fatte con ogni probabilità servendosi di un cacciavite. La sua punta era sempre davanti al locale, insieme al tappo del tombino, «“gentilmente” lasciata dagli autori del gesto», commenta Cioni con amarezza. Anche alla luce di tutti questi episodi «quell'ingresso – spiega Cioni – lo avevamo rinforzato. Forse per questo non se la sono cavata e hanno provato con la porta principale». Appeso lì sopra da sabato campeggia un cartello con scritto “Attenzione”. Sotto una freccia che indica di entrare dall’altra parte. Mentre Cioni racconta sono però diverse le persone che provano comunque ad aprire la porta per entrare da lì. «Sa, la forza dell’abitudine», dicono a mo’ di scusa mentre passano dall’altra parte.
E anche se stavolta nessuno è riuscito a introdursi nel bar e niente è stato rubato, paradossalmente il danno è pure maggiore. «Dobbiamo cambiare tutto, vetro e porta, per una spesa di circa tremila euro. Più delle centinaia di euro portate via sotto forma di bottiglie delle volte scorse». Anche stavolta «denunceremo alle forze dell’ordine, ma – sottolinea Cioni – siamo sconfortati vista la frequenza di questi episodi». Che capitano nonostante ci siano le telecamere della Misericordia che riprendono anche l’ingresso del bar e che hanno registrato tutto: due persone che si avvicinano, provano a sfondare la porta d’ingresso con il coperchio del tombino e che poi, a un certo punto, se ne vanno. «Andare a fare una denuncia prende tempo – conclude Cioni – e vedere che però queste cose poi ricapitano ci getta nello sconforto».
Sospira Cioni, ma è rassegnazione più che sorpresa. Quella non è mica la prima volta che vandalizzano o tentano di entrare all’interno del locale. «È il quinto episodio negli ultimi sei mesi», fa un rapido calcolo Cioni, che lì lavora come dipendente. In pratica un episodio ogni mese. «Le quattro volte precedenti – racconta – sono riusciti a introdursi nel locale, portando via più che altro diverse bottiglie, dei cioccolatini e qualche spicciolo rimasto in cassa». Insomma, niente di che in termini economici. Stavolta, la quinta, è diverso. Intanto «è la prima volta che tentano di entrare o comunque danneggiano in modo così importante questa porta, che è quella di ingresso principale ed è rinforzata», sottolinea Cioni.
Le altre volte, infatti, le spaccate si sono concentrate sulla porta a fianco, quella che serve per accedere alla sala in cui si pranza. In realtà neanche stavolta quell’accesso è stato risparmiato. Lì, sul vetro, sempre a ridosso della maniglia, si vedono diverse spaccature circolari, in questo caso fatte con ogni probabilità servendosi di un cacciavite. La sua punta era sempre davanti al locale, insieme al tappo del tombino, «“gentilmente” lasciata dagli autori del gesto», commenta Cioni con amarezza. Anche alla luce di tutti questi episodi «quell'ingresso – spiega Cioni – lo avevamo rinforzato. Forse per questo non se la sono cavata e hanno provato con la porta principale». Appeso lì sopra da sabato campeggia un cartello con scritto “Attenzione”. Sotto una freccia che indica di entrare dall’altra parte. Mentre Cioni racconta sono però diverse le persone che provano comunque ad aprire la porta per entrare da lì. «Sa, la forza dell’abitudine», dicono a mo’ di scusa mentre passano dall’altra parte.
E anche se stavolta nessuno è riuscito a introdursi nel bar e niente è stato rubato, paradossalmente il danno è pure maggiore. «Dobbiamo cambiare tutto, vetro e porta, per una spesa di circa tremila euro. Più delle centinaia di euro portate via sotto forma di bottiglie delle volte scorse». Anche stavolta «denunceremo alle forze dell’ordine, ma – sottolinea Cioni – siamo sconfortati vista la frequenza di questi episodi». Che capitano nonostante ci siano le telecamere della Misericordia che riprendono anche l’ingresso del bar e che hanno registrato tutto: due persone che si avvicinano, provano a sfondare la porta d’ingresso con il coperchio del tombino e che poi, a un certo punto, se ne vanno. «Andare a fare una denuncia prende tempo – conclude Cioni – e vedere che però queste cose poi ricapitano ci getta nello sconforto».
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