Dopo quasi un anno di lavori di restauro e riallestimentoha riaperto al pubblico il Salone di Donatello del Museo Nazionale del Bargello.
Il Salone è l’ambiente più imponente del palazzo, vero e proprio simbolo dell’arte rinascimentale, perché conserva ben nove capolavori di Donatello: il David in marmo, il San Giorgio, il Marzocco, il celeberrimo David in bronzo, l’Attis, il Putto danzante, la Crocifissione, la Testa di uomo barbuto e la Madonna di via Pietrapiana.
Accanto alle sculture di Donatello sono esposte nel Salone opere di coloro che, insieme a lui, furono i padri fondatori del Rinascimento fiorentino: Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia, inventopre della tecnica della terracotta invetriata, Michelozzo, Desiderio da Settignano e Bertoldo di Giovanni.
Il progetto, coordinato dal Direttore generale Musei Massimo Osanna, è stato curato da Ilaria Ciseri, funzionario responsabile del Museo. I restauri sono stati condotti sotto la supervisione di Benedetta Cantini. I lavori sono stati particolarmente articolati, soprattutto per la complessa struttura di ponteggi necessaria a operare in uno spazio così ampio e architettonicamente impegnativo.
“Il Salone di Donatello – dichiara il Direttore generale Musei Massimo Osanna – è, a tutti gli effetti, il tempio della scultura italiana del Quattrocento: un luogo che raccoglie capolavori straordinari, testimonianza di uno dei momenti più cruciali della storia dell’arte italiana. La riapertura di questa sala monumentale, dopo significativi interventi di restauro e riallestimento, restituisce al pubblico un ambiente di eccezionale valore architettonico e un percorso espositivo rinnovato e accessibile.
Il progetto ha saputo coniugare conservazione e innovazione, migliorando la leggibilità delle opere e offrendo strumenti difruizione inclusiva, pensati per tutti i pubblici. Determinanti sono stati anche l’introduzione di una nuova cromia per le pareti e un attento intervento sull’illuminazione, capaci di conferire nuova luce e profondità a questo spazio. È un passo importante per il Bargello, proprio in quest’anno speciale che segna la sua unione conla Galleria dell’Accademiain un unico istituto museale: un’occasione per costruire un percorso narrativo di grande suggestione, capace di raccontare, in modo ancora più efficace, la straordinaria vicenda del Rinascimento italiano– e di Firenze, che ne fu una delle grandi capitali. Un particolare ringraziamento a Paola D’Agostino, precedente Direttrice, con la quale questa grande avventura ha avuto inizio”.
“Siamo molto soddisfatti del risultato di questi lunghi mesi – spiega Ilaria Ciseri, funzionario responsabile del Museo Nazionale del Bargello -: i lavori di restauro hanno dato nuova vita alle pareti del Salone, ambiente monumentale che è il cuore storico del palazzo e ‘dimora’ di capolavori tra i più noti al mondo. Progettare e mettere in atto il nuovo allestimento è stata altresì un’impresa non indifferente, un complesso lavoro di squadra che ha coinvolto in un crescente entusiasmo professionalità interne ed esterne al museo”.
Il nuovo allestimento comprende 65 opere e si distingue per una serie di scelte progettuali volte a migliorare la fruizione, la leggibilità e la sicurezza delle sculture esposte.
Tra le principali novità spicca la disposizione dei due David di Donatello: il David in bronzo, collocato al centro della sala a sottolinearne il ruolo di autentica icona del museo, e il David in marmo, ora accostato al San Giorgio. La nuova collocazione dei due David consente un confronto diretto tra le opere, emblematico della rapida evoluzione stilistica dello scultore. Ripensata anche la posizione dell’Attis di Donatello e del David del Verrocchio, anch’essi ricollocati nell’ambito di un allestimento che punta a restituire maggiore coerenza narrativa e leggibilità al percorso espositivo.
Un’ulteriore novità riguarda le basi espositive delle cinque sculture collocate al centro della sala. Le opere sono infatti installate su pedane dotate di dispositivi antisismici e antiribaltamento, integrati all’interno di una struttura in acciaio.
Nell’ottica di una valorizzazione di più ampio respiro, volta a garantire maggiore coerenza narrativa, una migliore distribuzione spaziale delle opere e un rafforzamento del legame con i contesti di origine, alcune sculture sono state ricollocate nelle sedi di provenienza.
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