Sono dodici tracce a raccontare il viaggio in musica di Piero Pelù, che il 7 giugno pubblica il nuovo album, Deserti. Il lavoro da studio segna anche il ritorno in scena dell'artista dopo un anno di stop forzato a causa dei problemi legati al forte shock acustico subito in studio di registrazione.
"Questo nuovo album - ha raccontato l'artista - è entrato di prepotenza a far parte di quella che ho chiamato 'Trilogia del disagio', perché dalla pubblicazione di 'Pugili fragili' nel 2020 è successo tutto quello che poteva succedere per scaraventarci nel disagio, tra pandemie e guerre alle porte dell'Europa".
'Deserti' è anche la sintesi del Pelù pensiero sul sociale e la socializzazione, degli ultimi quattro anni che lui definisce un "poker di legnate micidiali tra penademia e guerre violentissime alle porte dell'Europa", il mondo che va a rotoli e una politica incapace di porre un freno al peggio.
"Non ho pututo non notare una grande desertificazione attorno a noi - ha detto il rocker - nel sociale, nelle periferie, tra i ragazzi alle prese con i social, così come nell'affettività. C'è poi il deserto ambientale, perché ad esempio la Sicilia si sta ufficialmente desertificando e invece che pensare a nuovi ed efficienti invasi, si vuol fare un ponte che non sarà mai finito e che si divorerà miliardi".
Poi l'artista ha concluso parlando dello stop forzato: "L'anno di stop forzato mi ha imprigionato in uno stato depressivo importante. Trovarsi con le orecchie devastate in studio di registrazione, dopo circa un milione di concerti fatti alla mia maniera, è stato surreale. Ho ancora oggi un boato fisso nelle orecchie, che però sono riuscito tecnicamente a superare con una catena tecnologica di macchine che mi consente di suonare"
Il cantante tornerà a breve anche dal vivo, con il nuovo tour in partenza da Spilimbergo il 29 giugno, che farà tappa in diverse località italiane per tutta l'estate, per poi fare rotta nei club (Firenze, Milano e Torino) a novembre.
"Questo nuovo album - ha raccontato l'artista - è entrato di prepotenza a far parte di quella che ho chiamato 'Trilogia del disagio', perché dalla pubblicazione di 'Pugili fragili' nel 2020 è successo tutto quello che poteva succedere per scaraventarci nel disagio, tra pandemie e guerre alle porte dell'Europa".
'Deserti' è anche la sintesi del Pelù pensiero sul sociale e la socializzazione, degli ultimi quattro anni che lui definisce un "poker di legnate micidiali tra penademia e guerre violentissime alle porte dell'Europa", il mondo che va a rotoli e una politica incapace di porre un freno al peggio.
"Non ho pututo non notare una grande desertificazione attorno a noi - ha detto il rocker - nel sociale, nelle periferie, tra i ragazzi alle prese con i social, così come nell'affettività. C'è poi il deserto ambientale, perché ad esempio la Sicilia si sta ufficialmente desertificando e invece che pensare a nuovi ed efficienti invasi, si vuol fare un ponte che non sarà mai finito e che si divorerà miliardi".
Poi l'artista ha concluso parlando dello stop forzato: "L'anno di stop forzato mi ha imprigionato in uno stato depressivo importante. Trovarsi con le orecchie devastate in studio di registrazione, dopo circa un milione di concerti fatti alla mia maniera, è stato surreale. Ho ancora oggi un boato fisso nelle orecchie, che però sono riuscito tecnicamente a superare con una catena tecnologica di macchine che mi consente di suonare"
Il cantante tornerà a breve anche dal vivo, con il nuovo tour in partenza da Spilimbergo il 29 giugno, che farà tappa in diverse località italiane per tutta l'estate, per poi fare rotta nei club (Firenze, Milano e Torino) a novembre.
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