C’è una data (di massima) e c’è anche una cifra: nel panorama da tregenda che sta vivendo la Valbisenzio dopo le due frane che hanno investito la strada regionale 325, arrivano alcuni segnali incoraggianti anche se, sullo sfondo, restano i problemi di fondo da risolvere, ovvero quelli di una viabilità inadeguata e di un territorio tremendamente fragile.
Ma intanto andiamo all’emergenza attuale. Partiamo dalla data: pur con tutta una serie di limitazioni, la strada all’altezza del chilometro 71, in località Il Camino-Le Coste, sarà riaperta nella seconda metà della prossima settimana (per i camion) e tra un paio di settimane per tutti gli altri mezzi. È il tratto di strada più importante per i collegamenti tra la valle e la piana pratese, quello percorso dalla maggior parte degli automobilisti e dai mezzi pesanti che collegano le due aree industriali separate dalla frana. Certo, le alternative ci sono: per i tir passare dal versante nord (riaperto mercoledì a senso unico alternato dopo la frana che aveva colpito la stessa strada in località La Pusignara), anche se vuol dire allungare il percorso di almeno un’ora e mezza. Per le auto invece l’alternativa è passare dalle strade secondarie che però, non sono pensate - e lo si sta vedendo - per sopportare la mole di traffico di questi giorni. Passiamo alla cifra: la Regione ha infatti messo a disposizione quasi 3 milioni e mezzo di euro per gli interventi di somma urgenza, due e mezzo per la frana più grave sul versante sud, 950mila per quella di La Pusignara.
Intanto i lavori sul fronte franoso, fanno sapere dalla Provincia, stanno andando avanti senza sosta e gli operai specializzati, tempo permettendo, lavoreranno anche sabato e domenica in orario diurno. L’obiettivo in questa fase è mettere in sicurezza il fronte della frana rimuovendo terra e massi pericolanti. Un’operazione della durata stimata di circa una settimana, meteo permettendo. In caso di maltempo infatti il cantiere infatti si deve fermare.
Da qui l’indicazione delle date per la riapertura e sulle relative modalità: «Stimiamo – spiega il presidente della Provincia Simone Calamai – che prima della fine della prossima settimana, intorno a giovedì o venerdì, una volta concluse le operazioni di disgaggio, saremo in grado di aprire la strada in località Le Coste con delle “finestre temporali” di circa due ore al giorno, per consentire il passaggio dei mezzi pesanti delle aziende della Val Bisenzio verso Prato e di tutti i veicoli che si occupano dei rifornimenti. I passaggi saranno fatti con controllo a vista e solo dietro prenotazione concordata con la polizia municipale della Vallata».
In contemporanea alla fase di disgaggio, andranno avanti le rilevazioni geologiche, fondamentali per progettare l’intervento definitivo di messa in sicurezza. A conclusione di questa fase sarà posizionata una paratia di protezione in acciaio sul lato monte, per contenere l’eventuale caduta di materiale. La paratia, in via cautelativa, sarà retta da longarine alte sei metri, mentre sulla parte alta della frana saranno posizionate barriere para-massi lungo tutto il fronte. Questa operazione, successiva al disgaggio, avrà la durata di un’altra settimana. Finita l’installazione della paratia, quindi tra un paio di settimane sempre meteo permettendo, la 325 potrà riaprire, come già avvenuto a La Pusignara, a senso unico alternato per tutti i veicoli.
Domani intanto al cantiere al chilometro 71 arriverà il topografo che effettuerà il rilievo con un drone, attrezzato con la strumentazione fotografica e “lidar”ad alta definizione per i rilievi sulla frana. L’obiettivo è quello di studiarla, in particolare nella parte alta, per definire i meccanismi di innesto del movimento franoso e per le successive verifiche di stabilità. Mercoledì invece inizieranno rilievi dei geofisici che effettueranno indagini sismiche e rilievi geo-meccanici, con il posizionamento sulla parete di speciali apparecchiature che serviranno per capire meglio la composizione sotterranea del terreno, e capire quindi dove andranno ancorate le chiodature per la messa in sicurezza definitiva. Del team di tecnici, messi in campo dalla Provincia fanno parte professionisti di rilievo, come l’ingegner Paolo Corradeghini (che tra le altre cose ha effettuato il rilievo del ponte Morandi dopo il crollo). Il team è coordinato dall’ingegner Sirio Chilleri, coadiuvato per il coordinamento per la sicurezza dall’ingegner Lorenzo Chilleri. Fanno parte del gruppo Paolo Petri (geologo esperto in idrogeomorfologia), Marco Vanacore, che si occupa di geologia tecnica, l’ingegner Lorenzo Borselli (autore del software per il calcolo della stabilità dei versanti, consulente del Cnr e insegnante di ingegneria geotecnica in Messico) e il geologo Gianfranco Censini, che ha eseguito indagini e ha partecipato allo studio su numerosi fronti in tutta Italia.
Intanto arrivano, da Firenze anche i primi fondi per intervenire, quei tre milioni e mezzo di euro. «Si tratta di fondi per la somma urgenza – spiega la consigliera regionale Ilaria Bugetti – è un primo segnale, necessario per consentire di liberare celermente la strada, non solo per i mezzi pesanti, ma anche per la viabilità ordinaria, dal momento che le strade alternative sono al limite. Questo per l’immediato, poi è chiaro che bisognerà anche guardare al futuro e cominciare a lavorare per una viabilità alternativa». Una prospettiva per la quale, come detto dall’assessora, e come ribadito anche dal presidente della Regione Eugenio Giani, non si potrà prescindere da un coinvolgimento del governo nazionale, come nel caso dell’ipotesi di una galleria avanzata nell’occasione: «Per un intervento di questo genere – ha detto a Giani – ci vogliono risorse tali che l'intervento diventerebbe di interesse nazionale. In quel caso possiamo aprire un tavolo col ministro Salvini e il ministero delle Infrastrutture e vediamo se lo Stato ci dà un contributo. Noi in questo caso come Regione siamo disposti a fare la nostra parte».
Ma intanto andiamo all’emergenza attuale. Partiamo dalla data: pur con tutta una serie di limitazioni, la strada all’altezza del chilometro 71, in località Il Camino-Le Coste, sarà riaperta nella seconda metà della prossima settimana (per i camion) e tra un paio di settimane per tutti gli altri mezzi. È il tratto di strada più importante per i collegamenti tra la valle e la piana pratese, quello percorso dalla maggior parte degli automobilisti e dai mezzi pesanti che collegano le due aree industriali separate dalla frana. Certo, le alternative ci sono: per i tir passare dal versante nord (riaperto mercoledì a senso unico alternato dopo la frana che aveva colpito la stessa strada in località La Pusignara), anche se vuol dire allungare il percorso di almeno un’ora e mezza. Per le auto invece l’alternativa è passare dalle strade secondarie che però, non sono pensate - e lo si sta vedendo - per sopportare la mole di traffico di questi giorni. Passiamo alla cifra: la Regione ha infatti messo a disposizione quasi 3 milioni e mezzo di euro per gli interventi di somma urgenza, due e mezzo per la frana più grave sul versante sud, 950mila per quella di La Pusignara.
Intanto i lavori sul fronte franoso, fanno sapere dalla Provincia, stanno andando avanti senza sosta e gli operai specializzati, tempo permettendo, lavoreranno anche sabato e domenica in orario diurno. L’obiettivo in questa fase è mettere in sicurezza il fronte della frana rimuovendo terra e massi pericolanti. Un’operazione della durata stimata di circa una settimana, meteo permettendo. In caso di maltempo infatti il cantiere infatti si deve fermare.
Da qui l’indicazione delle date per la riapertura e sulle relative modalità: «Stimiamo – spiega il presidente della Provincia Simone Calamai – che prima della fine della prossima settimana, intorno a giovedì o venerdì, una volta concluse le operazioni di disgaggio, saremo in grado di aprire la strada in località Le Coste con delle “finestre temporali” di circa due ore al giorno, per consentire il passaggio dei mezzi pesanti delle aziende della Val Bisenzio verso Prato e di tutti i veicoli che si occupano dei rifornimenti. I passaggi saranno fatti con controllo a vista e solo dietro prenotazione concordata con la polizia municipale della Vallata».
In contemporanea alla fase di disgaggio, andranno avanti le rilevazioni geologiche, fondamentali per progettare l’intervento definitivo di messa in sicurezza. A conclusione di questa fase sarà posizionata una paratia di protezione in acciaio sul lato monte, per contenere l’eventuale caduta di materiale. La paratia, in via cautelativa, sarà retta da longarine alte sei metri, mentre sulla parte alta della frana saranno posizionate barriere para-massi lungo tutto il fronte. Questa operazione, successiva al disgaggio, avrà la durata di un’altra settimana. Finita l’installazione della paratia, quindi tra un paio di settimane sempre meteo permettendo, la 325 potrà riaprire, come già avvenuto a La Pusignara, a senso unico alternato per tutti i veicoli.
Domani intanto al cantiere al chilometro 71 arriverà il topografo che effettuerà il rilievo con un drone, attrezzato con la strumentazione fotografica e “lidar”ad alta definizione per i rilievi sulla frana. L’obiettivo è quello di studiarla, in particolare nella parte alta, per definire i meccanismi di innesto del movimento franoso e per le successive verifiche di stabilità. Mercoledì invece inizieranno rilievi dei geofisici che effettueranno indagini sismiche e rilievi geo-meccanici, con il posizionamento sulla parete di speciali apparecchiature che serviranno per capire meglio la composizione sotterranea del terreno, e capire quindi dove andranno ancorate le chiodature per la messa in sicurezza definitiva. Del team di tecnici, messi in campo dalla Provincia fanno parte professionisti di rilievo, come l’ingegner Paolo Corradeghini (che tra le altre cose ha effettuato il rilievo del ponte Morandi dopo il crollo). Il team è coordinato dall’ingegner Sirio Chilleri, coadiuvato per il coordinamento per la sicurezza dall’ingegner Lorenzo Chilleri. Fanno parte del gruppo Paolo Petri (geologo esperto in idrogeomorfologia), Marco Vanacore, che si occupa di geologia tecnica, l’ingegner Lorenzo Borselli (autore del software per il calcolo della stabilità dei versanti, consulente del Cnr e insegnante di ingegneria geotecnica in Messico) e il geologo Gianfranco Censini, che ha eseguito indagini e ha partecipato allo studio su numerosi fronti in tutta Italia.
Intanto arrivano, da Firenze anche i primi fondi per intervenire, quei tre milioni e mezzo di euro. «Si tratta di fondi per la somma urgenza – spiega la consigliera regionale Ilaria Bugetti – è un primo segnale, necessario per consentire di liberare celermente la strada, non solo per i mezzi pesanti, ma anche per la viabilità ordinaria, dal momento che le strade alternative sono al limite. Questo per l’immediato, poi è chiaro che bisognerà anche guardare al futuro e cominciare a lavorare per una viabilità alternativa». Una prospettiva per la quale, come detto dall’assessora, e come ribadito anche dal presidente della Regione Eugenio Giani, non si potrà prescindere da un coinvolgimento del governo nazionale, come nel caso dell’ipotesi di una galleria avanzata nell’occasione: «Per un intervento di questo genere – ha detto a Giani – ci vogliono risorse tali che l'intervento diventerebbe di interesse nazionale. In quel caso possiamo aprire un tavolo col ministro Salvini e il ministero delle Infrastrutture e vediamo se lo Stato ci dà un contributo. Noi in questo caso come Regione siamo disposti a fare la nostra parte».
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