Fino a qualche tempo fa era una fabbrica della Fiat, poi dismessa e abbandonata ed infine trasformata in un vero e proprio stagno improvvisato a causa dell’accumulo di acqua.
Ora, racconta questa mattina La Nazione, lo spazio su viale Belfiore è pronto ad aprirsi di nuovo al pubblico con l’apertura del grande, e divisivo, Social Hub.
Una struttura che accoglierà soprattutto studenti e turisti, ma al cui interno sono presenti anche per socializzare, spazi ricreativi e di coworking: uno spazio del tutto nuovo che ha l’obiettivo non solo di attirare in città altri viaggiatori ben messi economicamente, ma anche di riportare persone in una zona della città da cui molti abitanti sono andati via.
Ma la nuova struttura di viale Belfiore, a due passi dalla fermata della tramvia, divide molto i fiorentini che continuano a vivere nei dintorni, tra chi la ritiene l’ennesimo spazio svenduto al turismo e chi invece la vede come utile, ed atteso, presidio contro delinquenza e malviventi.
Alcune persone che lavorano nelle strade adiacenti la nuova struttura raccontano al quotidiano che da tempo ormai le famiglie hanno lasciato quella parte della città, spinte via dalla gentrificazione del quartiere e impossibilitate a sostenere i costi sempre più alti: un vuoto che non è stato riempito e che ha lasciato la zona in balia di delinquenza e insicurezza, spaccate, spaccio.
Così, racconta il quotidiano, se c’è chi continua a porre l’accento sull’ennesima mega-struttura destinata all’accoglienza di turisti e studenti (facoltosi) e ad aggravare, così, quella vera e propria fuga di fiorentini da Firenze, altri, pur riconoscendo che il problema esiste, non possono far altro che salutare con sollievo l’arrivo di tante persone e, soprattutto, dell’illuminazione di strade lasciate per troppo tempo al buio.
Ora, racconta questa mattina La Nazione, lo spazio su viale Belfiore è pronto ad aprirsi di nuovo al pubblico con l’apertura del grande, e divisivo, Social Hub.
Una struttura che accoglierà soprattutto studenti e turisti, ma al cui interno sono presenti anche per socializzare, spazi ricreativi e di coworking: uno spazio del tutto nuovo che ha l’obiettivo non solo di attirare in città altri viaggiatori ben messi economicamente, ma anche di riportare persone in una zona della città da cui molti abitanti sono andati via.
Ma la nuova struttura di viale Belfiore, a due passi dalla fermata della tramvia, divide molto i fiorentini che continuano a vivere nei dintorni, tra chi la ritiene l’ennesimo spazio svenduto al turismo e chi invece la vede come utile, ed atteso, presidio contro delinquenza e malviventi.
Alcune persone che lavorano nelle strade adiacenti la nuova struttura raccontano al quotidiano che da tempo ormai le famiglie hanno lasciato quella parte della città, spinte via dalla gentrificazione del quartiere e impossibilitate a sostenere i costi sempre più alti: un vuoto che non è stato riempito e che ha lasciato la zona in balia di delinquenza e insicurezza, spaccate, spaccio.
Così, racconta il quotidiano, se c’è chi continua a porre l’accento sull’ennesima mega-struttura destinata all’accoglienza di turisti e studenti (facoltosi) e ad aggravare, così, quella vera e propria fuga di fiorentini da Firenze, altri, pur riconoscendo che il problema esiste, non possono far altro che salutare con sollievo l’arrivo di tante persone e, soprattutto, dell’illuminazione di strade lasciate per troppo tempo al buio.
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