Il detenuto egiziano di 25 anni suicida a Sollicciano ieri sera "già in passato aveva posto in essere gesti autolesionistici. Pertanto era stato allocato nel reparto Centro Clinico dell'Istituto. Purtroppo, la situazione degli Istituti penitenziari Toscani è al collasso. Soprattutto nell'Istituto fiorentino da anni non vi sono progetti rieducativi veri ed efficaci, affinché si possa dare una vera possibilità a chi entra in carcere". Lo ricostruisce in una nota Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del Sappe.
Oliviero ricorda che "da tempo chiediamo interventi risolutivi all'Amministrazione Penitenziaria a livello locale e nazionale per quanto concerne i lavori di adeguamento della struttura, incremento del personale di Polizia Penitenziaria, fondi per il pagamento dello straordinario e missioni ma soprattutto progetti e percorsi rieducativi con il coinvolgimento dei grandi Brand che possono investire in progetti lavorativi all'interno delle strutture Penitenziaria. Purtroppo, ad oggi dobbiamo constatare che le nostre richieste cadono nel vuoto".
"L'ulteriore suicidio avvenuto nel carcere di Sollicciano deve far riflettere sulla condizione in cui vivono i detenuti e su quella in cui è costretto ad operare il personale di Polizia Penitenziaria - commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe - Questi drammatici eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri agenti che devono intervenire, spesso agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l'alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi".
Capece richiama nella stessa nota anche il discorso di fine anno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l'emergenza penitenziaria.
Oliviero ricorda che "da tempo chiediamo interventi risolutivi all'Amministrazione Penitenziaria a livello locale e nazionale per quanto concerne i lavori di adeguamento della struttura, incremento del personale di Polizia Penitenziaria, fondi per il pagamento dello straordinario e missioni ma soprattutto progetti e percorsi rieducativi con il coinvolgimento dei grandi Brand che possono investire in progetti lavorativi all'interno delle strutture Penitenziaria. Purtroppo, ad oggi dobbiamo constatare che le nostre richieste cadono nel vuoto".
"L'ulteriore suicidio avvenuto nel carcere di Sollicciano deve far riflettere sulla condizione in cui vivono i detenuti e su quella in cui è costretto ad operare il personale di Polizia Penitenziaria - commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe - Questi drammatici eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri agenti che devono intervenire, spesso agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l'alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi".
Capece richiama nella stessa nota anche il discorso di fine anno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l'emergenza penitenziaria.
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