Le condizioni del carcere fiorentino sono durissime, la politica si interroga su cosa fare con il penitenziario, se ristrutturarlo o demolirlo, ma tutti concordano su una cosa: bisogna intervenire

La situazione in cui versa il carcere fiorentino di Sollicciano anima ancora la politica fiorentina, dopo che ieri la sindaca Funaro aveva ribadito che, per lei, l’unica soluzione per la struttura è “demolirla e ricostruirla”.

Parole arrivate pochi giorni dopo l’ennesima tragedia avvenuta tra le mura del carcere, ovvero il suicidio di un giovane detenuto di appena 25 anni.

I problemi di Sollicciano sono noti, dalla cronica assenza di acqua calda agli spazi angusti e ridotti in cui sono confinati i detenuti, dai problemi nell’amministrazione penitenziaria alla necessità di interventi sulla struttura.

Una situazione disastrosa che, a detta della sindaca, può essere risolta in un unico modo, ovvero demolendo il carcere e ricostruendone un altro al suo posto. Ma, come riporta questa mattina La Nazione, questa è soluzione però che non tutti condividono, a partire dal consigliere comunale di opposizione (FdI) Alessandro Draghi, per il quale sarebbe meglio procedere ad una ristrutturazione per fasi. Sempre dal centrodestra, Locchi (FI) denuncia “l’inaccettabile” sovraffollamento nel carcere.

Il consigliere Francesco Grazzini condivide l’idea di chiudere la struttura e riorganizzata, mentre sempre da Italia Viva Casini ribadisce la necessità di un nuovo piano nazionale per le carceri.

Per Del Re, invece, è urgente la nomina del nuovo garante dei detenuti e capire lo stato degli interventi effettuati sulla struttura, per, eventualmente, trasferire altrove i detenuti.

In attesa che i due nuove vicedirettori, nominati pochi giorni fa, entrino in funzione, la condizione del penitenziario continua a far discutere molto città e politica.
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