Scrive La Nazione stamattina che dalla prossima settimana, forse già da lunedì, il cda del Teatro della Toscana e l’assemblea dei soci torneranno a riunirsi per discutere del bilancio di previsione, dopo che la prima versione presentata a febbraio per un totale di 9,2 milioni di euro fu bocciata.
Come spiega il quotidiano, il direttore generale Marco Giorgetti presenterà un bilancio molto rimaneggiato sceso a circa sette milioni e mezzo di euro comprensivo dei contributi versati da Regione (due milioni), Comune (un milione e mezzo), Metrocittà (tra i sette e gli ottocentomila euro), Fondo unico dello Spettacolo (due milioni) e Fondazione cassa di Risparmio (un milione), con la precisazione del quotidiano che la Fondazione CR è passata dall’essere socio fondatore a socio sostenitore, in quanto in disaccordo con le scelte operate da Giorgetti. Infine, saranno indicate le previsioni dei biglietti.
Rispetto alle previsioni iniziali, quindi, dovranno essere tagliate diverse voci di spesa, e secondo La Nazione saranno in particolare due i “fronti” sui quali si concentrerà la spending review, ovvero la scuola di teatro dell’Oltrarno di Pierfrancesco Favino, i cui costi si aggiravano intorno al milione di euro annuale e il cui bando, spiega il quotidiano, non è stato rinnovato, e le produzioni internazionali, un altro milione di euro investito che, però, non sembra aver ancora ripagato in pieno.
Se per quanto riguarda la scuola dell’Oltrarno, sembra che il nuovo direttore artistico del Teatro della Pergola Stefano Massini intenda lanciare alcuni progetti di collaborazione con i giovani attori, sono proprio le produzioni internazionali a creare motivo di frizione fra il direttore generale Giorgetti e la sindaca di Firenze Sara Funaro, che è anche presidente di diritto del Teatro della Pergola: frizioni che, sempre secondo il quotidiano, potrebbero portare all’addio anticipato di Giorgetti da dg, nonostante l’anno e più di contratto.
Per sostituirlo circola il nome di Marco Parri, direttore generale dell’Orchestra della Toscana. Nel mentre, Funaro vorrebbe provare a trasformare la gestione del teatro anche dal punto di vista economico, nominando una figura manageriale che possa far aumentare ricavi e attività dei teatri.
Come spiega il quotidiano, il direttore generale Marco Giorgetti presenterà un bilancio molto rimaneggiato sceso a circa sette milioni e mezzo di euro comprensivo dei contributi versati da Regione (due milioni), Comune (un milione e mezzo), Metrocittà (tra i sette e gli ottocentomila euro), Fondo unico dello Spettacolo (due milioni) e Fondazione cassa di Risparmio (un milione), con la precisazione del quotidiano che la Fondazione CR è passata dall’essere socio fondatore a socio sostenitore, in quanto in disaccordo con le scelte operate da Giorgetti. Infine, saranno indicate le previsioni dei biglietti.
Rispetto alle previsioni iniziali, quindi, dovranno essere tagliate diverse voci di spesa, e secondo La Nazione saranno in particolare due i “fronti” sui quali si concentrerà la spending review, ovvero la scuola di teatro dell’Oltrarno di Pierfrancesco Favino, i cui costi si aggiravano intorno al milione di euro annuale e il cui bando, spiega il quotidiano, non è stato rinnovato, e le produzioni internazionali, un altro milione di euro investito che, però, non sembra aver ancora ripagato in pieno.
Se per quanto riguarda la scuola dell’Oltrarno, sembra che il nuovo direttore artistico del Teatro della Pergola Stefano Massini intenda lanciare alcuni progetti di collaborazione con i giovani attori, sono proprio le produzioni internazionali a creare motivo di frizione fra il direttore generale Giorgetti e la sindaca di Firenze Sara Funaro, che è anche presidente di diritto del Teatro della Pergola: frizioni che, sempre secondo il quotidiano, potrebbero portare all’addio anticipato di Giorgetti da dg, nonostante l’anno e più di contratto.
Per sostituirlo circola il nome di Marco Parri, direttore generale dell’Orchestra della Toscana. Nel mentre, Funaro vorrebbe provare a trasformare la gestione del teatro anche dal punto di vista economico, nominando una figura manageriale che possa far aumentare ricavi e attività dei teatri.
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