Una prostituta, Manila, e un suo cliente, uno studente universitario di buona famiglia. Ne nasce un dialogo: il testo teatrale scritto da Dacia Maraini va in scena nell'ambito de La Toscana delle Donne lunedì 18 novembre alle 19, al Teatro della Pergola di Firenze. Sul palco, Simona Cavallari nei panni di Manila e Federico Benvenuto, lo studente cliente, diretti da Guglielmo Ferro.
"E' un grande piacere e un onore aver potuto inserire questo spettacolo così intenso nel programma della Toscana delle donne - sottolinea in una nota Cristina Manetti, capo di gabinetto del presidente -, perché è un testo che testimonia l'amore di Dacia Maraini per il teatro e la sua spiccata attenzione nei confronti dell'universo femminile che riesce a scandagliare in tutta la sua complessità, rivelandone il lato più oscuro.
Non solo questo testo è la storia di una doppia scoperta: quella del limite di una donna che rivendica il possesso del proprio corpo non facendo i conti con l'eventualità dell'amore e la scoperta di un ragazzo che, consapevole dell'età in cui vive, assapora invece il gusto della violenza di un potere radicato all'interno della nostra società ormai da tempi immemorabili, quello dell'uomo sulla donna".
Per Manetti "seppur concepito negli anni Settanta, quindi, questo si rivela uno spettacolo fortemente attuale, in grado di indagare il sempre misterioso e ambiguo rapporto tra l'universo maschile e femminile, cercando in ogni modo di trovarvi un punto di incontro".
E' possibile prenotarsi gratuitamente allo spettacolo sul sito https://pergolamaraini.eventbrite.it.
"E' un grande piacere e un onore aver potuto inserire questo spettacolo così intenso nel programma della Toscana delle donne - sottolinea in una nota Cristina Manetti, capo di gabinetto del presidente -, perché è un testo che testimonia l'amore di Dacia Maraini per il teatro e la sua spiccata attenzione nei confronti dell'universo femminile che riesce a scandagliare in tutta la sua complessità, rivelandone il lato più oscuro.
Non solo questo testo è la storia di una doppia scoperta: quella del limite di una donna che rivendica il possesso del proprio corpo non facendo i conti con l'eventualità dell'amore e la scoperta di un ragazzo che, consapevole dell'età in cui vive, assapora invece il gusto della violenza di un potere radicato all'interno della nostra società ormai da tempi immemorabili, quello dell'uomo sulla donna".
Per Manetti "seppur concepito negli anni Settanta, quindi, questo si rivela uno spettacolo fortemente attuale, in grado di indagare il sempre misterioso e ambiguo rapporto tra l'universo maschile e femminile, cercando in ogni modo di trovarvi un punto di incontro".
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